Da un po’ di giorni è rispuntata la carta Lufthansa per ITA e secondo indiscrezioni giornalistiche ci sarebbe un’offerta da 600 milioni e il ritorno di Alitalia, con la “concessione” di poter operare su Nord America (grazie al partner United), Europa, Asia solo cargo, un’integrazione con i partner già esistenti cioè Austrian Airlines, Brussels Airlines, Swiss, Air Dolomiti e un acquisto di carburante in bulk per risparmiare Non ci sono cenni su America Latina, Africa, Medio Oriente, Estremo Oriente (passeggeri) e Australia.
Va ricordato che sin dall’inizio tutto l’ambiente aviazione in Italia dava per scontato che l’operazione spezzatino di Alitalia fosse stata fatta per arrivare a metterla su un piatto d’argento per Lufthansa, quindi si confermerebbe che non era una teoria ma un progetto intenzionale di svendita di un’industria strategica a un Paese straniero che ci ha sempre trattato con senso di superiorità e sarei sorpreso se questa operazione venisse conclusa da chi sventola bandiere patriottiche. Onde evitare retoriche e visualizzare i fatti reali vorrei premettere che Lufthansa e i suoi satelliti in Austria, Belgio, Italia e Svizzera sono partner super ingombranti: per loro ITA sarebbe solo un pezzo da controllare senza possibilità di espansione.
In Star Alliance, infatti, ci sono dei grandi colossi e la sua sede si trova a Francoforte, quindi ci sarà almeno una grande sintonia con organi statali e privati tedeschi, con le conseguenze che possono dedurre anche persone non del campo.
Lufthansa copre bene sia a livello passeggeri che cargo lungo, medio e corto raggio un po’ ovunque. È meno presente in America Latina, Africa ed Estremo Oriente, ma è fortissima in Nord America e Medio Oriente. Austrian Airlines e Swiss hanno un buon network sia di medio che di lungo raggio in linea con le loro esigenze. Brussels Airlines è fortissima in Africa in piena quasi equa concorrenza con Air France. Air Dolomiti ha un buon network regionale per piccoli scali tra Italia e Germania prevalentemente e un po’ in Europa.
Dove il gruppo Lufthansa è poco presente, Star Alliance riempie benissimo il vuoto. Guardando ai partner di Star Alliance, specialmente non europei, possiamo vedere come già tutti i territori siano ben suddivisi e presidiati. Molti sono colossi aeronautici leader nel loro continente: il Nord America è in mano ad Air Canada e United; l’America Latina ad Avianca e Copa; l’Africa a Egypt Air, Ethiopian Airlines e South African Airlines; l’Asia ad Air China, Air India, ANA, Asiana Airlines, Eva Air, Shenzen Airlines, Singapore Airlines e Thai; l’Oceania ad Air New Zealand; nei territori europei abbiamo grosse linee come LOT, SAS, TAP e Turkish Airlines e linee medie come Aegean e Croatia Airlines.
Dunque tra il gruppo Lufthansa e i membri Star Alliance, come si può ben vedere, ITA e Alitalia non avrebbero scampo in America Latina, Africa, Medio Oriente, Estremo Oriente e Oceania.
Lo sconto per i carburanti è una cretinata, perché poi ci guadagnerebbero ditte petrolifere straniere. L’Italia ha tutte le possibilità per trovare accordi con buoni prezzi.
Bisogna credere a Lufthansa perché i tedeschi dicono quello che fanno e ciò che dicono lo reputo super insufficiente per noi. Ci dicono che possiamo svilupparci in Nord America per evitare la concorrenza di voli diretti di Delta e American Airlines e ci parlano di Asia solo cargo per non disturbare i partner, perché sanno che effettivamente dall’Italia con lo spazio aereo russo chiuso per un bel tempo le rotte saranno più corte e converrà usare i nostri aeroporti. L’Italia deve avere una linea aerea che si estende dal Nord/Sud America all’Australia e nessuno ci deve limitare: qualsiasi Governo cedesse a chi ci limita non lo reputerei in grado di fare gli interessi degli italiani. Come ho già ribadito, non è giusto potere spendere per guerre o ditte farmaceutiche speculatrici e non per il nostro sviluppo.
Chi ritiene che conviene affrettarci a vendere a Lufthansa essendo l’unico compratore rimasto credo abbia una visione molto limitata riguardo il giusto uso delle nostre industrie strategiche. Come ho cercato di spiegare, un’entrata in Lufthansa sarebbe un suicidio. Ribadisco l’importanza di tenere ITA e Alitalia in mani italiane e vedo positivamente un’entrata di FS, come la vedrei di Poste e anche MSC, sempre che ci siano degli accordi su voli per crociere di esclusività e cargo, ma lo Stato dovrebbe rimanere almeno con il 51% e aprendo l’azionariato ai dipendenti.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.