Continua purtroppo sorprendendo sempre di più la telenovela metafisica di ITA: mentre l’Ad Lazzerini afferma che per l’ok definitivo al matrimonio con Lufthansa ci vorranno mesi e intanto l’accordo con la compagnia tedesca viene firmato (almeno così pare) formalizzando le intese raggiunte lo scorso 25 maggio e, con una giravolta degna di medaglia d’oro olimpica, Rampelli di FdI lo celebra sostenendo che dopo lunghi anni la questione dei lavoratori nella nuova compagnia di bandiera (tedesca… ma se lo dimentica, visto che quello del 41% è solo il primo passo verso l’inevitabile cessione) registra segnali positivi: la portavoce della Direzione Generale della Concorrenza Ue Arianna Podestà attacca i giudici che hanno di recente sentenziato (attraverso la lettura del contratto di vendita) il trasferimento dell’intero ramo aereo fatta direttamente tra la vecchia Alitalia e la nuova compagnia, sostenendo invece la solita interpretazione (smentita dai fatti) fatta sia dal Governo italiano che da ITA di cessione di singoli beni. Si è trattato di una mossa decisamente “originale”, della quale chiediamo un parere al Segretario nazionale del sindacato CUB Trasporti Antonio Amoroso.
Come commenta il comunicato della portavoce Ue su ITA?
Il comunicato e l’intervento della portavoce della DG Competition dell’Ue lascia sbigottiti per diverse ragioni; in primis per il tono e poi anche per le questioni di merito che affronta, manifestando un nervosismo insolito rispetto a una vicenda che, evidentemente, sta prendendo una piega diversa rispetto a quella che l’Europa aveva auspicato prendesse l’intera vertenza del passaggio delle attività tra la vecchia Alitalia e la nuova nano-compagnia pubblica ITA. La portavoce sembra quasi intervenire per parlare ai magistrati e lo fa all’indomani di una sentenza del Tribunale di Roma che smentisce il castello di bugie messe in piedi da ITA raccontando che non si trattava di un ramo di azienda quello ricevuto da Alitalia. Il tutto mette in discussione anche le argomentazioni false rispetto alle supposte finalità liquidatorie della procedura messa in atto dai Commissari straordinari, invece, con tutta evidenza, con l’obiettivo di proseguire l’attività aziendale. La Portavoce della DG Competition sembra addirittura rivolgersi alle Istituzioni italiane, invocandone l’intervento, in continuità con quanto avviato dal Governo precedente. Io penso che Draghi in questa vicenda abbia delle responsabilità enormi non solo per tutto quello che sappiamo, ma anche per quello che ormai si intuisce essere stato, ovvero un accordo affinché la compagnia di bandiera italiana venisse ceduta alla concorrenza e che il Paese venisse privato di un asset strategico importante per il futuro del turismo italiano e le sue connessioni. Paese che non merita una piccola compagnia e gestita dalla compagnia di bandiera di un Paese concorrente. Spero che la Magistratura sappia rispondere a tale inaccettabile pronunciamento della DG Competition, ma anche che il Governo, quello che fino a poco tempo fa si dichiarava apertamente favorevole ad una gestione dei cieli in mani italiane, sappia fermare e imporre un altro epilogo alla vertenza Alitalia, cosa che finora, purtroppo, non ha fatto.
Quale futuro si può aprire, a questo punto, nella questione che vede implicati gli ex lavoratori Alitalia?
La sentenza del Tribunale di Roma conferma tutto quanto quello che la nostra organizzazione sindacale aveva sostenuto e cioè che quanto finora attuato da ITA nell’intera questione e anche nei confronti dei lavoratori debba essere rimesso in discussione. La cosa curiosa è che il Governo Gentiloni abbia investito 900 milioni nella vecchia Alitalia senza uno straccio di progetto. Se non quello di liquidare la compagnia italiana. Abbiamo presentato anche un’interrogazione fatta da diversi onorevoli al Parlamento Ue, rivedendo anche la questione del passaggio di slot che costituiscono il bene più prezioso della coopagnia: o si rivedono le regole europee o quello che è accaduto è assolutamente illegittimo e può essere aggiustato solo con l’assunzione di tutti i lavoratori Alitalia.
A parte la questione dei pagamenti esagerati effettuati da ITA a una società di servizi per il turismo, che poi sono risultati un flop (ma profumatamente pagati), esistono altre questioni che coinvolgono ITA di sua conoscenza?
Credo che tutta la vicenda da Lei specificata debba essere segnalata alla Magistratura per l’apertura di indagini in merito: per questo abbiamo presentato diversi esposti. Oltretutto, secondo quanto scritto da fonti giornalistiche, la società in questione è nelle mani di una persona che ha gestito la comunicazione sindacale e qui, ci sono questioni che travalicano le valutazioni di legittimità formale che possono essere fatte dalla Magistratura, dalla Corte dei conti e dall’Autorità nazionale anticorruzione. Abbiamo chiesto di estendere le indagini anche sui criteri che hanno comportato le nuove assunzioni in ITA e siamo convinti che, se gli enti citati intervenissero, ne scoprirebbero delle belle. Soprattutto distonie inaccettabili su ruoli eticamente opposti tra chi gestisce la società e il sindacato di cui fa parte: si intravedono all’orizzonte alcune problematiche, ma ovviamente spetta a chi di dovere verificarle e scoprirle.
(Guido Gazzoli)
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