“Noi abbiamo una compagnia area che si chiama ITA, si chiamava Alitalia. Abbiamo detto: ‘vediamo di costruire un campione europeo che possa competere con i colossi internazionali’. Da dieci mesi stiamo lottando con l’Europa che non ci permette di fare questo”. Aveva esordito così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenendo due giorni fa alla convention del partito Identità e democrazia “Winds of Change” in corso a Roma parlando del dossier ITA-Lufthansa.
Forse se lo sentiva che qualcosa non stava andando per il verso giusto, tanto che all’ultima riunione con Bruxelles Giorgetti aveva inviato niente poco di meno che Marcello Sala, il mega giga direttore delle partecipate pubbliche, segno che il ministro ha perso la pazienza e ora vuole vederci chiaro sul perché l’Ue sta tentennando sulle nozze con i tedeschi e quali siano effettivamente le problematiche da affrontare visto che la lettera di Bruxelles non si discosta molto da quella che annunciava l’inizio della fase due dell’indagine.
Più volte sarebbero arrivate alle orecchie del ministro leghista voci che qualcuno “all’interno di qualche ufficio” in quello che si potrebbe definire il “deep state” stava remando contro per far saltare il matrimonio tra ITA e il colosso tedesco. Forse l’intervento di Sala va proprio in questa direzione: identificare il problema e fare chiarezza sugli eventi che hanno caratterizzato il dossier e cercare di limitare i danni.
E la risposta dell’Ue non si è fatta attendere: infatti, proprio ieri la Commissione ha informato il Gruppo Lufthansa e il ministero italiano dell’Economia e delle Finanze sugli esiti preliminari sulle valutazioni del dossier di privatizzazione tra ITA e Lufthansa, secondo cui tale operazione potrebbe restringere la concorrenza su determinati mercati nei servizi di trasporto aereo passeggeri in entrata e in uscita dall’Italia. Secondo la Commissione, potrebbero dover affrontare un aumento dei prezzi o una diminuzione della qualità dei servizi dopo la fusione.
Lufthansa e ITA gestiscono un’ampia rete di rotte dai rispettivi hub in Austria, Belgio, Germania, Svizzera e Italia. Lufthansa è la promotrice della joint venture con United Airlines e Air Canada per le rotte transatlantiche e alleata di All Nippon Airways per le rotte verso il Giappone. Sempre secondo la Commissione, i vari partner della joint venture si coordinano sull’applicazione dei prezzi, della capacità di traffico, sulla programmazione e la condivisione dei ricavi.
L’indagine della DG COMP ha incluso, tra l’altro, l’analisi di documenti e informazioni dettagliate fornite dalle parti e la raccolta di informazioni e opinioni provenienti da compagnie aeree concorrenti, aeroporti, enti di coordinamento, gestori delle bande orarie e anche clienti. La Commissione ha inoltre esaminato le proposte proattive di singoli consumatori, organizzazioni di rappresentanza dei consumatori, aeroporti, compagnie aeree rivali e sindacati che hanno espresso il loro punto di vista a favore o contro questa operazione.
In sostanza, la Commissione teme che l’operazione possa ridurre la concorrenza su un certo numero di rotte a corto raggio che collegano l’Italia con i Paesi dell’Europa centrale e anche se su questo punto la questione sarebbe quella che ha l’impatto minore sula concorrenza in quanto coinvolge la stragrande maggioranza delle low cost. La Commissione, inoltre, vorrebbe che i soggetti coinvolti obbligassero United, Air Canada e All Nippon Airways a ridurre un certo numero di rotte di lungo raggio tra Italia e rispettivamente Stati Uniti, Canada e Giappone. Su tali rotte, ITA da un lato e Lufthansa con i suoi partner della joint venture dall’altro vengono considerate dalla DG COMP un’unica entità dopo la fusione.
Ma c’è anche la questione Linate, dove la Commissione ritiene che un rafforzamento di ITA potrebbe rendere più difficile per i rivali fornire servizi di trasporto aereo passeggeri da e per lo scalo lombardo.
Sempre secondo l’Ue, ogni anno milioni di passeggeri viaggiano su quelle rotte per una spesa annua complessiva di oltre 3 miliardi di euro e l’obiettivo è quello di garantire che questa operazione non comporti effetti negativi per i clienti in termini di aumento dei prezzi o diminuzione della qualità dei servizi.
Ma quali soni queste rotte che la Commissione ha messo sotto la lente di ingrandimento? Secondo alcune indiscrezioni, le rotte sia dirette che indirette più a rischio di violazione della concorrenza sarebbero state all’inizio almeno una sessantina ridotte poi a complessive 39, di queste una quindicina sono di lungo raggio.
La Commissione, inoltre, fa una disamina sulle attività di ITA e afferma che, in assenza di soluzioni adeguate, qualora ITA entrasse in un gruppo perdendo la propria indipendenza, tutto ciò potrebbe avere degli effetti negativi sulla concorrenza. Per la Commissione, le rotte che attualmente ITA opera non sono di particolare preoccupazione in quanto sono contenute numericamente rispetto al totale e riguardano sono solo una piccola percentuale del totale delle rotte e dei passeggeri serviti da entrambe le parti e dai loro partner di joint venture.
La DG COMP ha poi precisato che la comunicazione è solo un passo formale nell’ambito di un’indagine, in cui la Commissione ha informato per iscritto le società interessate degli addebiti sollevati nei loro confronti e questo non pregiudica l’esito dell’indagine. Lufthansa e il Mef ora hanno l’opportunità di consultare il fascicolo della Commissione e di richiedere un’audizione orale e quindi anche di rispondere alle obiezioni sollevate dalla stessa Ue. Hanno anche la possibilità di proporre delle soluzioni per affrontare le preoccupazioni preliminari sulla concorrenza individuate dalla Commissione e possono decidere di presentare rimedi in qualsiasi momento a partire da oggi fino al termine del ricorso, che attualmente scade il 26 aprile 2024.
Ora la parola spetta a Lufthansa e al Mef. Secondo alcuni esperti, Lufthansa per affrontare le preoccupazioni dell’Ue potrebbe organizzare la cessione dei diritti di traffico a un rivale, anche se le autorità di regolamentazione vogliono anche garantire che il rivale che acquisisca tali asset e inizi a utilizzarli quasi immediatamente prima di consentire alle compagnie aeree di concludere gli accordi.
Dal canto suo Lufthansa per il tramite di un portavoce ha dichiarato: “Stiamo facendo ulteriori progressi con il nostro investimento pianificato in ITA Airways. Analizzeremo le obiezioni presentate oggi dalla Commissione Ue, discuteremo ogni singolo punto in dettaglio con l’Autorità Antitrust e, nelle fasi successive, continueremo a cooperare in modo costruttivo con la Commissione Ue”. Il portavoce ha poi proseguito sulla questione dei rimedi: “Come suggerito dal Vicepresidente Esecutivo Margrethe Vestager presenteremo una proposta di rimedi all’Autorità al fine di affrontare le restanti preoccupazioni. Rimaniamo fiduciosi che l’operazione verrà approvata, anche perché’ siamo convinti che la concorrenza in Europa, specialmente in Italia, potrà essere rafforzata solo se ITA Airways farà parte del Gruppo Lufthansa. Come parte della nostra struttura ‘multi-hub’ e ‘multi-brand’, ITA Airways beneficerà delle stesse sinergie del nostro Gruppo che hanno già reso Swiss, Austrian Airlines e Brussels Airlines compagnie aeree di successo”. La partecipazione del Gruppo Lufthansa in Ita Airways, ha poi concluso il portavoce del gruppo tedesco, “crea valore aggiunto per entrambi i partner attraverso la combinazione dei nostri marchi e modelli di business, nonché’ attraverso l’interazione dei nostri hub e reti di collegamento diverse”.
Sul contenuto della lettera inviata alle parti dalla Commissione il portavoce di Lufthansa ha voluto sottolineare: “Non commentiamo i dettagli dei procedimenti confidenziali o le obiezioni presentate oggi, ma possiamo dire di essere pronti a proporre soluzioni costruttive compatibili con una realtà economica dell’aviazione così competitiva come quella italiana e di essere fiduciosi del fatto che ITA diventerà parte della famiglia del Gruppo Lufthansa entro la fine di quest’anno”.
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