A quasi un mese dalla scadenza del 13 giugno, la Commissione UE ha rinviato nuovamente la decisione sulle ‘nozze’ tra Ita Airways e Lufthansa al 4 luglio, momento in cui arriverà (o, almeno, si spera) il parere definitivo della Commissione Concorrenza, preoccupata che l’unione tra la compagnia italiana e quella tedesca potrebbe comportare un’eccessiva concentrazione del mercato in meno al gruppo Star Alliance. Quest’ultimo, infatti, attualmente include Lufthansa, Air Canada e United Airlines che condividono le tratte tra Europa e Stati Uniti: con l’aggiunta di Ita Airways il controllo sulle rotte sarebbe quasi completo, a discapito dei costi per i cittadini europei.
Comunque sia, questa sembra essere la volta buona, con il Mef che fa sapere (riporta Ansa) che in mattinata sono stati consegnate tutte le “integrazioni alle remedies” per rispettare le richieste della Commissione, tecnicamente “nei tempi previsti per rispettare la scadenza del 13 giugno”. Dal conto suo, invece, l’UE si dice pronta a valutare “attentamente” le carte Ita-Lufthansa, avviando anche un market test per comprendere come le nozze impatterebbero sulla libera concorrenza.
L’ultimatum di Lufthansa all’UE: “Per Ita cediamo Linate, ma non pagheremo più di 829mln”
In ballo con l’accordo tra Ita Airways e Lufthansa c’è il 41% delle quote del gruppo italiano controllato dal Mef e le rimostranze dell’Unione Europa riguarderebbero in particolare 39 rotte tra Italia ed Europa centrale, USA, Canada e Giappone, oltre al predominio della coppia sullo scalo di Linate dove otterrebbero più del 60% del traffico. Ciò che emerge sempre in queste ore, con riferimento a quelle integrazioni di cui ha parlato il Mef, è che Lufthansa per formalizzare l’accordo per Ita è pronta a compiere alcuni “sacrifici”.
Ne parla il Messaggero, secondo cui Carsten Spohr (AD della compagna tedesca) sarebbe pronto a rinunciare a 22 tratte in partenza da Linate, oltre che a ridurre alcuni tra i viaggi a breve e medio raggio diretti in Europa ed altri internazionali a lungo raggio, senza particolari dettagli sulle linee che rimarrebbero libere: così facendo Ita e Lufthansa, pur convolate a nozze, continuerebbero a comportarsi da concorrenti sui viaggi sotto la lente dell’UE. Lo stesso Spohr, però, solo pochi giorni fa ha anche messo in chiaro che esistono delle “linee rosse” che non è disposto a superare in un ultimo (forse disperato) tentativo di convincere l’UE a non aumentare gli 829 milioni già pattuiti lo scorso maggio per le quote della compagnia italiana. Da parte nostra, una risposta negativa da parte della Commissione lascerebbe in una grave crisi Ita Airways, in un mercato dove le compagnie orientali non vedono l’ora di iniziare a fare affari.