In questi ultimi tempi la questione di ITA ha non solo superato i limiti della metafisica, con articoli roboanti che acclamano una presunta italianità della compagnia come “vettore del Made in Italy” proprio quando si pensa di cederla definitivamente a Lufthansa, ma colpisce soprattutto il fatto che la dirigenza di ITA asserisca che la colpa dell’eventuale mancato sviluppo (tedesco, alla faccia dell’italianità) del vettore sia esclusivamente di sentenze che hanno pienamente dimostrato la continuità aziendale tra lei e Alitalia SAI.



Per far luce su tutta l’intricata questione ci siamo rivolti, ancora una volta, a Carlo Furiga, segretario nazionale di Assovolo, sindacato che ha promosso una delle due cause vincenti da parte dei lavoratori. Che intanto nel Tribunale di Milano (giudice Atanasio) hanno raccolto un’altra vittoria: la condanna di ITA a pagare le retribuzioni a una lavoratrice a partire da ottobre 2021, oltre agli interessi. Inoltre la Compagnia è condannata al pagamento delle spese processuali. Ma ecco l’intervista, realizzata prima di quest’ultima sentenza.



ITA continua a dire che l’eventuale continuità aziendale e le relative assunzioni che ne seguono potrebbero compromettere seriamente la sua presenza nel settore, portandola alla chiusura. È così?

Che sentenze favorevoli alla prosecuzione del rapporto di lavoro possano portare ITA Airways al fallimento è alquanto risibile. Prima di tutto perché l’azienda presenta programmi di assunzioni enormi, oltre mille persone tra i soli naviganti, in virtù dell’ottimo andamento dichiarato e dei piani di sviluppo. La vittoria in tribunale dei lavoratori non ha nessun legame con la discontinuità economica richiesta dall’Europa. La sentenza del giudice Claudio Cottatellucci apre proprio salvaguardando e ribadendo motivatamente la discontinuità economica. Quindi il giudice evita ben bene di accollare il debito di Alitalia ad ITA Airways. Sono invece i legali della stessa azienda a produrre questa tesi come ricatto contro i lavoratori, esponendosi concretamente a un rischio che non c’è.



Con quali conseguenze?

Il pericolo al riguardo emerge a causa della posizione oltranzista di negare l’evidenza. C’è stato un trasferimento di ramo d’azienda non in continuità economica e non essendo intervenuto un accordo con i sindacati per il ramo Aviation, a differenza degli altri due rami, andava applicato integralmente l’articolo 2112 del codice civile. Sulle basi delle stesse direttive europee. Ebbene, continuare a negarlo ha fatto produrre il tanto nascosto, quanto pericoloso, contratto di cessione.

Ma delle continue richieste di sospensiva della sentenza, avanzate anche da molti articoli apparsi sulla stampa nazionale, cosa dice?

Il rigetto della richiesta di sospensiva della sentenza in questione ha avuto narrazioni distorte. Addirittura riportate come dichiarazioni della stessa società. Evidentemente molti esperti non hanno neppure letto le quattro pagine della sentenza della Corte di appello, nell’ultima pagina è palese che le spese di giudizio sono a carico di ITA Airways, da liquidare all’esito dell’appello stesso, ma ancor più evidente poiché ribadito in due passaggi finali, che i mille euro sono “sanzione pecuniaria”, evento rarissimo, giustificato dalla evidente infondatezza del ricorso. Ve ne fornisco copia per comprova.

Ma su quali basi hanno reintegrato i ricorrenti?

ITA Airways ha esecutato nella stessa data di deposito del ricorso per sospensiva, senza che vi fosse notifica. Ciò vuol dire che ha applicato il dispositivo, senza notifica, e senza attendere la sentenza.

Quindi ITA Airways chiede di sospendere ciò che ha applicato volontariamente?

Esatto. Ha chiesto alla Corte di appello di cassare il proprio spontaneo e volontario operato, l’aver messo in forza i lavoratori sulle basi del solo dispositivo, a libro paga, anticipando il 10% del dovuto per le retribuzioni pregresse. Senza che fosse notificato ufficialmente nulla e neppure fosse stata fatta alcuna forzatura nei riguardi di ITA Airways. Senza attendere la sentenza ha presentato un micro-appello, dichiarato inammissibile dalla Corte d’appello di Roma.

Secondo voi, che rischi corre ITA continuando a non voler trovare una soluzione che salvaguardi i lavoratori abbandonati?

Invece di trovare una soluzione, sta incaponendosi ulteriormente, convincendo molti giudici che la natura liquidatoria consentisse di scartare l’articolo di legge 2112, in assenza di accordi sulle basi dell’articolo 47 della Legge 428/90. Su questo vanno evidenziati due aspetti. Il primo è che tali sentenze sono emesse senza alcuna presa in considerazione del contratto di cessione, che evidenzia la conservazione della produzione in continuità. Il secondo è che se la cessione è avvenuta su basi liquidatorie, il corrispettivo pagato di 1 euro più Iva è contro la stessa lettera della DG Competition europea che prevedeva ciò avvenisse a “prezzo di mercato”.

Quindi?

Prima ITA Airways ha ottenuto il via libera sulla discontinuità economica dalla DG Competition Europea, in data 10 settembre 2021, e poi il 14 ottobre 2021 ha sottoscritto in continuità aziendale il contratto di cessione del ramo Aviation con evidenti difformità rispetto agli impegni presi ed autorizzati. Sarebbe interessante quindi che un ulteriore documento venisse prodotto, la perizia del professor Fiori, per vedere il valore stimato del ramo Aviation. Stranamente un’azienda commissariata si permette di non rispondere agli accessi agli atti a ciò riferiti. Oltretutto non rispettando quanto deciso dalla Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi della presidenza del Consiglio dei ministri, e dall’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione e la Trasparenza. Anche di ciò vi fornisco copia.

Continua ad apparire un mistero il presunto contratto di ITA con Lufthansa e addirittura si parla di una rinuncia da parte del vettore tedesco, di entrare nella Compagnia Italiana.

Lufthansa è interessatissima al mercato italiano da erodere, drenandolo verso i propri scali. Se portano a termine l’operazione è solo per i propri interessi. L’asserita rinuncia di Lufthansa all’acquisto del 41% della proprietà di ITA Airways, accordo raggiunto con il Mef in data 25 maggio 2023, è solo un modo per far pressione sui ricorsi dei lavoratori.

(Guido Gazzoli)

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