Da quando è stata fondata ITA e le è stato venduto il marchio Alitalia, il vicepresidente della Camera dei deputati, l’Onorevole Fabio Rampelli, alto dirigente di Fratelli d’Italia, è stato tra i pochi politici a tuonare contro le scelte dei Governi attuale e precedente e a trasmettere un messaggio molto chiaro su come la nostra compagnia di bandiera avesse un valore altamente strategico e dovesse rimanere prevalentemente controllata dallo Stato e non essere venduta ai nostri concorrenti europei o ad altri gruppi che non l’avrebbero fatta crescere come merita. Parole da me condivise in pieno.
Come sa chi ha letto i miei precedenti articoli, sono stato sempre contrario a una cessione a stranieri se si tratta di compagnie di gruppi come Lufthansa, Air France-Klm, IAG e a colossi extra-Ue che abbiano già un grosso partner in Europa, perché ITA rimarrebbe sempre un cucciolo da tenere a bada. Il Governo attuale ha dato intanto la preferenza al gruppo Certares con Delta e Air France-Klm e in seconda posizione ci sarebbe MSC con Lufthansa, tutte alleanze da cui stare il più lontano possibile se veramente vogliamo una compagnia aerea che si espanda e riprenda il mercato che si merita e possa dare alla nostra economia un contributo maggiore anche in termine di posti di lavoro e immagine all’estero. Personalmente condivido il pensiero del Prof. Paolo Maddalena, ex vicepresidente della Corte Costituzionale, secondo cui Alitalia, stando alla Costituzione, doveva rimanere pubblica essendo un asset strategico del trasporto aereo, ma nello stesso tempo capisco come con i tempi attuali e i problemi economici bisogna adeguarsi e ho accettato il compromesso di introduzione di capitali privati, ma con i limiti giusti che non intacchino le possibilità di manovra per una compagnia aerea che deve fare gli interessi di noi italiani e della nostra economia e non essere controllata da interessi che la vedrebbero tenuta a bada e senza possibilità di crescita.
Dopo le elezioni, con l’affermazione di Fratelli d’Italia, ci sarebbe aspettati di veder ribadite le posizioni di Rampelli, ma in un’intervista il responsabile economico del partito di Giorgia Meloni, Maurizio Leo, ha detto che ormai l’operazione di vendita di ITA è cosa fatta e poiché servono anche molti investimenti verrà accettata la cessione a un gruppo come quello di Certares con Air France- Klm e Delta.
Non voglio fare politica, ma la politica sta facendo troppo male ad Alitalia, a ITA, ai suoi lavoratori e agli italiani svendendo un asset strategico a dei concorrenti che non hanno nessun interesse a farla crescere. Anche Delta, che ha già un partner strategico in Europa: Air France-Klm. Sono più che d’accordo che entrino compagnie aeree non europee che possano essere complementari a ITA e non controllarla usandola come feeder per i propri hub. Quindi, se entrasse un vettore come la Southwest, che non ha voli in Europa, o Jet Blue che ha pochissimi voli sul Regno Unito, allora l’operazione avrebbe un senso per ITA, perché sarebbe un partner importante in Europa.
Se il nuovo Governo a guida FdI ha veramente a cuore i simboli e la sovranità degli asset strategici, come ha ribadito ripetutamente l’Onorevole Rampelli, è bene che ci sia una rapida correzione nel partito. Spero che si blocchi qualsiasi trattativa con questi grossi concorrenti e ci si fermi un po’, aspettando che si formi il nuovo Governo e se si temono eventuali spese a venire di ITA, si potrebbe parlare con i responsabili della compagnia e sospendere qualche operazione, per rivalutare meglio il tutto.
Ribadisco che il piano industriale ITA con il network che presenta anche in futuro, non va bene e creerà delle perdite enormi. Come ho scritto negli articoli precedenti, ITA o lo Stato italiano deve riaprire Alitalia in altra versione con un assetto dirigenziale e il modo di essere amministrata e gestita completamente diverso con soci i suoi lavoratori con più esperienza e con una flotta, hub, network, rotte, destinazioni e tariffe molto diverse dalle attuali. Spero di essere invitato dai prossimi responsabili o dirigenti addetti ai lavori per dare il mio contributo.
antilleanatlantic@outlook.com
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