Con buona pace di Borges, Verne e Spielberg, la sentenza ITA di giovedì scorso costituisce un significativo primo passo del ritorno del neorealismo alla sua logica e del sindacato nella sua altrettanto reale dimensione di labor-defensor, cosa ormai molto rara nel Viceregno d’Italia. Così, dopo tante derive metafisiche e di pura fantasia, torniamo al fatto che l’operazione è stata veramente effettuata con il trasferimento del ramo d’azienda aviation, quindi, senza se e senza ma, i lavoratori ex Alitalia hanno pieno diritto al rispetto del loro contratto originario. Per commentare questo primo (lo sottolineiamo) risultato, abbiamo intervistato Carlo Furiga, Segretario Generale di Assovolo Trasporto Aereo, il sindacato che per primo ha raggiunto questo traguardo positivo.
Come Assovolo siete stati la prima organizzazione sindacale ad aver raggiunto un risultato estremamente positivo in questa intricata e metafisica questione… come commentate tutto ciò?
C’è stato un duro lavoro di tutti in Assovolo, nel reperire documentazione e al contempo un eccezionale sforzo dello Studio Legale Panici nel rendere chiaro ed esaustivo cosa realmente è accaduto. Fino far produrre, a due aziende sotto l’egida di Ministeri quindi a controllo pubblico, il contratto di cessione, da parte del primo Giudice a ottenerlo, e a questo punto tutto è apparso chiaro. Comunque tutti i lavoratori possono interpellarci per fare la causa in questione, soprattutto chi è già stato assunto da ITA.
Cosa dovrebbe accadere ora dopo l’importante sentenza?
Le soluzioni sono già da tempo dietro l’angolo e Lufthansa già lo sa avendo asserito che il costo dei lavoratori del comparto aereo in ITA non è assolutamente un problema, anzi molto più basso del loro Gruppo, per cui basta ricatti e assumano alle condizioni dignitose previste dal contratto nazionale di lavoro, visto che i naviganti, professionisti qualificati, gli servono a frotte. Ciò che hanno fatto fino a oggi, l’impoverimento delle buste paga, va cessato. L’ennesimo esperimento non riuscito sulla pelle dei lavoratori da parte di un sindacato mainstream che ha procurato assurdi danni e che va rifondato nell’insieme, essendo il settore ancora oggi, una sorta di giungla. Si pensi solo che le RSU sono una chimera e i rappresentanti, che nel frattempo hanno fatto carriera, imposti.
Molti hanno commentato che quanto deciso dal giudice giovedì potrebbe portare alla rinuncia di Lufthansa per ITA…
Come ho già detto, ITA necessita di un migliaio di naviganti, che sul mercato non ci sono e non si formano in breve tempo. Il cui costo è considerato vantaggioso da Lufthansa. Per cui tale asserzione è stata palesemente usata a scopo coercitivo per la decisione, ma il Giudice si è dimostrato saggio e per nulla intimidito. Anzi, a parere mio, è stato salomonico, trovando un punto di vittoria ponderato. Avrebbe potuto rigettare su una delle banalissime tesi di controparte fin qui portate, oppure avrebbe potuto affondare di più la lama in questo costrutto illegale. Penso possa andar bene così alla controparte, ITA e Lufthansa, avendo essi stessi deciso di accantonare 110 milioni per queste cause, ben sanno che c’erano tutti i fondamentali per perderle. Come hanno costruito ITA sin dal principio, hanno fatto una gran porcheria… Speriamo che con, o senza Lufthansa, sia l’inizio di un aggiustamento, legato finalmente a una rinascita del settore.
In ultimo vorrei sottolineare una cosa: tutti sappiamo come nel mondo del lavoro l’Italia sia passata da esempio a distruttrice non solo di diritti, ma pure il Paese con i salari più bassi a livello Ue. Quello che speriamo è che questa sentenza, parafrasando Neil Armstrong, possa costituire sì un “piccolo passo”, ma allo stesso tempo uno grande per ristabilire il vero ruolo del sindacato e favorire un mondo del lavoro fatto di vero dialogo, con l’inizio di un cammino teso a portar fuori il nostro amato Paese dalla crisi che sta attraversando e che è senz’ombra di dubbio la peggiore dal dopoguerra.
(Guido Gazzoli)
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