L’Italia sarà il Paese dell’Eurozona più a rischio nel momento in cui la Banca Centrale Europea alzerà i tassi d’interesse e acquisterà meno obbligazioni. Lo hanno affermato nove economisti su dieci sentiti dal Financial Times, secondo i quali il nostro sarà il Paese più esposto a una crisi del debito. Nel dettaglio, gli economisti hanno parlato esplicitamente di “rischio di un sell-off non correlato nei suoi mercati dei titoli di Stato” per l’Italia.



Il governo Meloni intende portare il deficit fiscale dal 5,6% del prodotto interno lordo del 2022 al 4,5% nel 2023, abbassandolo ulteriormente al 3% nel 2024. Come sottolinea il Financial Times, tuttavia, il debito pubblico dell’Italia è tra i più alti dell’Eurozona ed è pari al 145% del prodotto interno lordo del Paese. Il Financial Times ha quindi riportato le parole di Marco Valli, capo economista di UniCredit, ha secondo il quale la “necessità di rifinanziamento del debito” e la situazione politica “potenzialmente complicata” rendono l’Italia più vulnerabile a un sell-off sui mercati obbligazionari.



Italia e la volontà della BCE di innalzare i tassi di interesse: i rischi concreti

Italia a rischio crisi del debito in seguito all’innalzamento dei tassi di interesse della Banca Centrale Europea, proprio questa mossa della BCE ha provocato un deciso aumento dei costi di finanziamento per l’Italia. Il rendimento dei bond a 10 anni ha superato il 4,6% la settimana scorsa, quasi il quadruplo rispetto a un anno fa e superiore del 2,1% rispetto ai bond tedeschi. Il premier Giorgia Meloni, riporta il Financial Times, ha manifestato sconcerto circa la volontà di continuare ad alzare i tassi nonostante i rischi per la crescita e la stabilità finanziaria. Meloni ha affermato che la BCE rischia di “generare non panico, ma fluttuazioni sul mercato che vanificano gli sforzi compiuti dai governi”.



Il Financial Times conferma l’intenzione dei responsabili dei tassi della Banca Centrale Europea di alzare di mezzo punto percentuale i tassi di interesse nel 2023. Gli analisti, però, sostengono che la BCE sia sopravvalutando i rischi relativi all’inflazione mentre sottovaluterebbe la prospettiva di una recessione. Kristalina Georgieva, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, questo fine settimana ha avvertito che un terzo dell’economia globale sarebbe stato in recessione quest’anno. E secondo Jesper Rangvid, professore di finanza presso la Copenhagen Business School interpellato dal Financial Times, “la BCE è stata troppo lenta nel riconoscere che l’inflazione non era temporanea” e teme che non sia disposta ad ammorbidire la sua posizione nonostante i rischi concreti per l’Italia.