Nel report Oms redatto da Francesco Zambon insieme ad altri ricercatori c’è una parte dedicata alle vittime del Covid. Una parte che è stata modificata. Inizialmente si parlava di “corpi accatastati” e “senza sepoltura dignitosa”. Ma per Cristiana Salvi, responsabile della comunicazione di Oms Europa, erano evidentemente parole troppo forti. “Non penso che possiamo dire così”, avvertiva. Lo riteneva “troppo sensazionalistico”. Il rapporto è stato comunque pubblicato, per poi sparire nel giro di 24 ore dal sito dell’Organizzazione mondiale della sanità. In gran parte appare come nella versione originale, ma non totalmente. Nella versione finale “senza sepoltura dignitosa” diventa “senza un vero funerale”. Ma le modifiche apportate sono molteplici e riguardano anche Ranieri Guerra, come vedremo. Le ha visionate l’AGI, che ha preso visione di una chat da cui si apprende che la parola “dignitosa” era stata cancellata con una riga rossa, mentre “corpi accatastati” evidenziata in giallo. Nella prefazione si parlava poi di “sistema vicino al collasso in Italia”, situazione che “generò il panico in tutto il mondo”, visto che si ritiene che l’Italia abbia “uno dei migliori sistemi sanitari al mondo”.



Ma Cristiana Salvi suggeriva: “È importante distinguere: il collasso fu nel nord del Paese e non direi che ha provocato il panico nel mondo”. Nel dossier si parla anche di diminuzioni e rinvii delle visite per chi era affetto da patologie croniche per la crisi del sistema sanitario. “Un motivo in più di accusa”, così viene definita l’affermazione. Non si tratta solo di piano pandemico dunque.



OMS SU REPORT ZAMBON “BOMBA MEDIATICA”

Ma nel report Oms di Francesco Zambon ci sono critiche anche riguardo quanto riportato il ‘paziente uno’ di Codogno. Nel documento veniva spiegato che non fu sottoposto a tampone in quanto il protocollo in quel momento non lo richiedeva. “Questo potrebbe essere molto critico per noi e per altri dieci Paesi”, scrive Cristiana Salvi nella chat. Nei 106 commenti presenti nella chat la responsabile della comunicazione di Oms Europa parla ripetutamente di “bomba mediatica”, in un’occasione in riferimento anche “rischi che corrono i medici di base: su 153 medici morti tra l’11 marzo e il 30 aprile, 53 sono di base”. Ma l’AGI ha preso visione anche delle correzioni che ha apportato Ranieri Guerra nel file pdf che gli avevano consegnato gli autori del report Oms. Ci sono due linee rosse per cancellare le parole “l’Italia non era totalmente impreparata” e quelle riferite alle difficoltà strategiche italiane: “Il piano, comunque, rimase più teorico che pratico con pochi investimenti o traduzione delle intenzioni in misure concrete”. Quel file è stato consegnato dallo stesso Ranieri Guerra ai magistrati di Bergamo, che lo indagano per false informazioni ai pm. Il testo risale all’11 maggio 2020 nell’ambito della corrispondenza via mail con Francesco Zambon. “Dobbiamo pesare le parole in maniera molto cauta soprattutto se sono scritte e se rimangono in un documento dell’Oms”, scriveva l’ex direttore dell’ufficio di Prevenzione del ministero della Salute.



“POTREMMO SOLLEVARE DISAPPUNTO DEL GOVERNO”

Sono il responsabile e me ne assumo tutte le responsabilità, tutti gli autori sono ben informati delle dinamiche italiane. Non ci sono parti particolarmente scottanti e alcune cose non possono essere taciute”, così rispondeva Francesco Zambon ai commenti di Ranieri Guerra. Agli atti dell’inchiesta di Bergamo c’è anche uno scambio di mail in cui Cristiana Salvi, responsabile delle relazioni esterne dell’Oms, parla di un possibile “disappunto del governo” se questo non fosse stato informato della pubblicazione del report. “Credo che prima di far uscire un rapporto così articolato sull’esperienza in Italia, non possiamo non condividerlo col ministero: non si tratta di una panoramica sul rapporto Oms ma sull’operato del governo, dunque riguarda il governo da vicino. Potremo sollevare il disappunto del governo altrimenti”, scriveva a Ranieri Guerra e Francesco Zambon, secondo quanto riportato dall’AGI. Poi rivolgendosi al ricercatore, pur riconoscendo che il report “è estremamente dettagliato e ricco” e con “un notevole potenziale”, spiegava che “conoscendo il campo di azione vedo questo rapporto come una vera e propria bomba mediatica”. Inoltre, spiegava che lei e Ranieri Guerra avevano “cercato di arginare le critiche che questo rapporto denuda completamente. Il mio suggerimento è di rivedere il tono e mitigare le parti più problematiche”.