L’Italia è preoccupata enormemente dalla crisi del settore auto ed è per questo che ha chiesto a gran voce che il famoso stop di vetture con motorizzazione termiche, quindi benzina e diesel, dal 2035, venga posticipato. L’obiettivo del governo italiano è quello di anticipare il prima possibile, molto probabilmente già dal 2025, la famosa clausola di revisione sulla transizione energetica, ovvero, una sorta di “verifica” degli obiettivi prefissati, per capire il da farsi.
Secondo l’Italia non vi sarebbero quindi le condizioni per perseguire questa strategia, ed è per questo che si presenterà con forza a Bruxelles, chiedendo che lo stop venga rivisto o comunque spostato più in là. La “strategy” del Belpaese, come riferisce IlSole24Ore, verrà illustrata già lunedì prossimo in Confindustria da parte del ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, e se otterrà il lascia passare dell’Ue a quel punto si cercherà di spostare la data del 2035, cercando appoggio fra gli altri stati membri.
STOP AUTO BENZINA, LA MOSSA DELL’ITALIA: “UN FONDO PER AZIENDE E CONSUMATORI”
L’esecutivo italiano, sempre secondo il quotidiano finanziario, punta anche ad istituire un Fondo europeo che compensi i produttori e i consumatori, alla luce dei costi della transazione che sono ovviamente più alti. Un’idea quindi che sposerebbe la proposta dell’ex primo ministro italiano, Mario Draghi, circa l’obbligo di salvare il settore automotive tramite fondi pubblici ingenti. Ad oggi, dal primo gennaio 2035, non si potranno più produrre e vendere auto con motori a benzina e o gasolio, comprese ibride, ma solamente auto elettriche, quindi con zero emissioni di anidride carbonica.
L’anno scorso, quando venne ufficializzato il tutto, si stabilì anche di “rivedersi” nel 2026 per riesaminare il regolamento, e comprendere il da farsi, ed è proprio su questo appuntamento su cui fa fede il governo, sperando di ridiscutere l’intero impianto. Per provare a convincere i piani alti di Bruxelles il ministro Urso punta a sottolineare l’importanza dei biocarburanti, che permetterebbero di mantenere in gioco i motori con la combustione interna, salvando quindi il settore automotive, secondo l’esecutivo Meloni.
STOP AUTO BENZINA, LA MOSSA DELL’ITALIA: OCCHIO AL 2025…
C’è anche un’altra scadenza pregnante che rischia di fare “molto male” alle case automobilistiche italiane ed europee in generale, quella del 2025, quando entreranno in vigore i nuovi obiettivi riguardanti le emissioni. In poche parole, le aziende saranno obbligate a ridurre le emissioni dei propri veicoli, e nel caso non dovessero rispettare i regolamenti, incorrerebbero in multe salatissime, sanzioni che vanno dai 7,5 ai 15 miliardi di euro.
Il Sole 24 Ore sottolinea come la strada dell’Italia sembrerebbe tutta in salita, anche perchè al momento Germania e Francia, i due principali Paesi in quanto a produzione auto, non hanno appoggiato il pensiero tricolore, di conseguenza si sta cercando appoggio altrove, come ad esempio in Austria, Spagna e Repubblica, alla luce dei recenti colloqui di Urso con alcuni esponenti dei tre governi. Scopriremo prossimamente l’esito della proposta italiana.