Dopo l’invasione della Russia all’Ucraina, avvenuta nella giornata di mercoledì dopo intere settimane di avvisaglie, si cominciano a contare i danni. Migliaia di civili si sono armati volontariamente e non, scegliendo di scendere in campo per combattere gli invasori e difendere i confini nazionali. A parlare di quanto sta accadendo nel terribile scenario di Kiev e delle altre città ucraine, è stato il Generale Marco Bertolini al TG4. Il conduttore, Brindisi, ha avanzato la domanda: “Nessuna invasione può essere giustificata e non lo faremo. Ma dal momento in cui la Russia si vede accerchiata da carri armati, missili, aerei, da una NATO che ha lo scopo difensivo per Statuto, una reazione ce la possiamo aspettare da Putin o no?”.



Il Generale ha risposto: “Putin è intervenuto proprio perché temeva in Ucraina ciò che sta succedendo in Polonia e in Romania. Ma mentre Polonia e Romania fanno parte della Nato e non c’è niente di male a schierare dei soldati nei Paesi della Nato, così non era per l’Ucraina”.

Italia, armi all’Ucraina: il commento del generale Bertolini

Nella giornata del 28 febbraio, il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato all’unanimità il Decreto per inviare armi all’Ucraina. Parliamo di missili Stinger antiaerei, missili Spike controcarro, mitragliatrici Browning, mitragliatrici Mg e munizioni, inviate alle autorità governative ucraine. La Nato si occuperà della consegna logistica. Il generale Bertolini – già comandante del Comando operativo di vertice interforze (Coi) e della Brigata Folgore – ha commentato anche tale questione, parlando di una “linea rossa” superata da parte dell’Italia stessa, che ha scelto dunque di schierarsi apertamente con l’Ucraina, fornendo supporto tecnico.



“Le armi sono strumenti importanti. Noi non le abbiamo date alla Somalia che è attaccata dall’Isis, e che è completamente disarmata, e che riguarda l’Italia perché è sempre stata presente in quel luogo. Ora le diamo così? Una volta si è sempre fatto attenzione ad alimentare gli sforzi belligeranti. Abbiamo superato questa linea rossa e credo debba essere motivo di riflessione”.

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