Lo scorso 31 gennaio 2020 si tenne una riunione del Comitato europeo per la sicurezza sanitaria, organizzato dalla Commissione Ue, per discutere dell’emergenza coronavirus dichiarata dall’Oms. L’Italia però non c’era. Fu l’unico Stato membro a non partecipare a quella riunione in cui si discusse, ad esempio, di procedure e protocolli per il contenimento del coronavirus. A rivelarlo sono alcuni documenti in possesso dei legali dei 500 familiari delle vittime della Bergamasca, in causa civile contro Regione Lombardia e Ministero della Salute. Tale documentazione è stata visionata dall’Agi, secondo cui la riunione faceva seguito alla dichiarazione di «emergenza pubblica di rilievo internazionale» che era stata pronunciata un giorno prima da parte dell’Oms. L’Italia era invece presente all’incontro che era stato convocato qualche giorno prima, il 27 gennaio 2020, dallo stesso Comitato.



Nell’incontro disertato dall’Italia alcuni rappresentanti del Centro europeo di controllo e prevenzione delle malattie infettive (Ecdc) condivisero una lista di laboratori Ue che si erano offerti di fornire aiuto nei test diagnostici primari e per confermare i casi di positività, oltre a fornire informazioni in merito alle procedure comunitarie di ricezione e rimpatrio.



“ITALIA UNICO STATO ASSENTE”

Nella riunione sul Covid del 31 gennaio 2021, a cui l’Italia non partecipò, si discusse anche dei dispositivi di protezione individuale (mascherine, ndr) e della verifica di un adeguato stoccaggio degli strumenti da parte di ogni Paese in caso di scoppio di pandemia, oltre che della definizione di caso positivo. In quell’occasione, come evidenziato dall’Agi, venne ribadita dagli Stati membri dell’Unione europea l’importanza della condivisione di tutte le informazioni disponibili per consentire all’Ue di affrontare nel migliore dei modi l’emergenza Covid limitando la catena di trasmissione del coronavirus. La notizia della mancata partecipazione del governo italiano all’incontro è stata data dai legali dei familiari delle vittime e dal loro consulente Robert Lingard proprio nelle ore in cui il G20 Salute apriva i suoi lavori a Roma.

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