meITALIA CON ALTRI PAESI EUROPEI STOPPANO SCHENGEN. FINO A QUANDO E PERCHÈ
Sulla scia dell’allarme terrorismo islamista dopo lo scoppio della guerra in Medio Oriente, l’Italia ha deciso di sospendere il trattato di Schengen in modalità temporanea seguendo la linea intrapresa già da altri 8 Paesi Ue: l’annuncio è stato dato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni con una nota di Palazzo Chigi accompagnata dalla lettera inviata dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ai vertici dell’Unione Europea. «Il Governo italiano ha comunicato la reintroduzione dei controlli delle frontiere interne terrestri con la Slovenia, in base all’articolo 28 del Codice delle frontiere Schengen (Regolamento Ue 2016/339)», scrive la Premier.
Il ripristino dei controlli alle frontiere interne, già adottato nell’area Schengen, è stato comunicato dal ministro Piantedosi (impegnato oggi al Consiglio Affari Interni Ue, ndr) al vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas, al commissario europeo agli Affari interni Ylva Johansson, alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, al segretario generale del Consiglio dell’Unione europea Thérèse Blanchet e ai ministri dell’Interno degli Stati membri Ue e dei Paesi associati Schengen. Ad oggi dunque l’Italia si inserisce nel gruppo di Stati – Austria, Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia e Francia – che hanno deciso di sospendere Schengen in alcune delle loro frontiere considerate più a rischio per il passaggio di potenziali terroristi e “cellule” fondamentalisti.
L’APPELLO DI GIORGIA MELONI: “STOP SCHENGEN, MIA RESPONSABILITÀ”
«La sospensione del Trattato di Schengen sulla libera circolazione in Europa si è resa necessaria per l’aggravarsi della situazione in Medio Oriente, l’aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e soprattutto per questioni di sicurezza nazionale, e me ne assumo la piena responsabilità»: così la Presidente Meloni sui social commenta la scelta del Governo di stoppare l’area Schengen alla frontiera con la “rotta balcanica” in Slovenia. Dopo gli attentati di questi giorni ad Arras in Francia e a Bruxelles in Belgio, seguiti poi dall’arresto a Milano di due affiliati dell’Isis che propagandavano sui social nuovi terroristi, la linea dura dell’Italia si inserisce nell’alveo di altri Paesi che vivono le stesse problematiche.
«Ne abbiamo parlato con i colleghi sloveni – sottolinea ancora Meloni – ai quali abbiamo rinnovato la nostra piena collaborazione sul contrasto ai flussi di migranti illegali». Nella nota di Palazzo Chigi viene poi spiegato come proprio l’intensificarsi dei focolai di crisi ai confini dell’Europa dopo lo scoppio della guerra in Israele ha fatto aumentare il livello di minaccia e di allerta terrorismo: «un quadro ulteriormente aggravato dalla costante pressione migratoria cui l’Italia è soggetta, via mare e via terra (140 mila arrivi sulle coste italiane, +85% rispetto al 2022)», scrive ancora il Governo. Nella sola regione del Friuli Venezia Giulia, confinante con la Slovenia, dall’inizio dell’anno sono state individuate 16 mila persone entrate irregolarmente sul territorio nazionale.
COS’È IL TRATTATO DI SCHENGEN E COSA VUOL DIRE LA SOSPENSIONE
La durata dello stop a Schengen sarà inizialmente di 10 giorni, ha disposto la Premier Meloni, con possibilità però di prorogare la misura ai sensi del Regolamento Ue 2016/339: «le misure di polizia alla frontiera italo-slovena non risultano adeguate a garantire la sicurezza richiesta», chiarisce il Governo che indica in sabato 21 ottobre il giorno di inizio dei controlli rafforzati al confine con la Slovenia, fino al 31 ottobre. «Le modalità di controllo saranno attuate in modo da garantire la proporzionalità della misura, adattate alla minaccia e calibrate per causare il minor impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico merci. Ulteriori sviluppi della situazione ed efficacia delle misure verranno analizzati costantemente, nell’auspicio di un rapido ritorno alla piena libera circolazione», conclude Palazzo Chigi.
Il Trattato di Schengen, firmato nel 1985 con aderenti ad oggi 27 Paesi europei, sancisce la libera circolazione in Europa: dall’entrata in vigore è stato sospeso già diverse volte, circa un centinaio secondo i dati della Commissione Ue. Sono sempre state sospensioni temporanee, come del resto accade anche in questi giorni: i motivi sono sempre i medesimi, minaccia per l’ordine pubblico o per la sicurezza nazionale. Sospendere Schengen temporaneamente, spiega l’articolo 25 del codice, è nelle facoltà di un Paese «in caso di minaccia grave per l’ordine pubblico o la sicurezza interna di uno Stato membro», dice il regolamento, aggiungendo come «in via eccezionale ripristinare il controllo di frontiera in tutte le parti o in parti specifiche delle sue frontiere interne per un periodo limitato della durata massima di trenta giorni o per la durata prevedibile della minaccia grave se questa supera i trenta giorni». Raggiunto dal “Corriere della Sera” per commentare la sospensione di Schengen, il Ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani sottolinea «Abbiamo chiuso soltanto Schengen al confine con la Slovenia per evitare che attraverso la rotta balcanica arrivino terroristi che possano colpire nel nostro Paese o in Europa». Il leader di Forza Italia ha però anche aggiunto come al momento in Italia non vi sono particolari ed estremi «rischi di attentati», non vi è «nessun segnale in questa direzione però non possiamo abbassare la guardia, anzi la alziamo proprio per la prevenzione e per proteggere i siti, in particolare quelli frequentati da cittadini di religione ebraica, per impedire che ci siano azioni violente».