Claudio Graziano, presidente del Comitato Militare dell’Unione Europea, nel suo libro “Missione”, scritto con Marco Valerio Lo Prete e pubblicato dalla Luiss University Press, rivela un retroscena clamoroso, secondo cui un ministro giallo-verde avrebbe proposto un’Italia equidistante da USA e Russia già nel 2018, dunque quattro anni prima che i venti di guerra cominciassero a soffiare con prepotenza sull’Ucraina. Tutto accadde nell’ambito di una riunione durante la quale il generale Graziano partecipò nelle vesti di capo di Stato maggiore della Difesa. Un esponente dell’esecutivo di allora “teorizzò che l’Italia avrebbe dovuto cominciare a essere equidistante tra due poli di amicizia internazionale. Al polo americano, infatti, lo Stato – in tutte le sue articolazioni, militare inclusa – avrebbe dovuto affiancare il polo russo”.



Era il primo governo Conte e la teoria dell’equidistanza italiana da USA e Russia non piacque al generale, che rispose: “Nel momento in cui mi venne chiesto un parere in proposito, esposi perché mi sembrava una scelta avventata. Ho ben chiara la costante della Storia e della geopolitica: l’obiettivo della Russia è sempre stato quello di incrinare l’unità euro-atlantica (e in subordine europea) e, in quanto superpotenza continentale, di riuscire ad affacciarsi sul Mar Mediterraneo per meglio opporsi alle potenze marine occidentali. Il divide et impera rimane la strategia di fondo di Mosca verso l’Europa”.



DALL’EQUIDISTANZA ITALIANA TRA USA E RUSSIA ALLA RITIRATA DA KABUL: LE PAROLE DEL GENERALE GRAZIANO

Nel prosieguo del suo racconto, il generale Graziano non parla soltanto dell’ipotesi di equidistanza nazionale tra Russia e Ucraina, ma anche di alcuni retroscena collegati alla Libia e a Kabul. Ad esempio, fa impressione quanto accadde al Teatro dell’Opera, durante la prima del Nabucco diretta da Riccardo Muti: “Nel primo intervallo, appena appresa la notizia della Risoluzione dell’Onu, viene organizzata una sorta di riunione di governo in una sala riservata del teatro – ha ricordato il generale –. In quella sede viene espresso un parere favorevole per un pieno impegno italiano al fianco degli alleati per porre fine alle violenze contro i civili perpetrate da Gheddafi. Terminato il Nabucco, ci riuniamo di nuovo in una saletta del teatro, questa volta alla presenza del presidente Napolitano. Il ministro degli Esteri Frattini si collega telefonicamente. I ministri presenti contribuiscono per la loro parte di responsabilità. Quando usciamo dal Teatro dell’Opera, è stato dunque concordato che l’Italia interverrà militarmente in Libia”.



Infine, spazio alla ritirata da Kabul: a giudizio del generale Graziano, nel 2021 abbiamo assistito a una pesante sconfitta di tutto l’Occidente. “Abbiamo fallito nel raggiungere le condizioni politiche che ci eravamo prefissati, necessarie per costruire nel Paese un’alternativa democratica ai talebani”, ha chiosato.