Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, si è detto pessimista sul vertice Ue a Bruxelles, finalizzato a rilanciare l’economia continentale per mezzo di una probabile deroga sostanziale ai limiti per gli aiuti di Stato e una piccola iniezione di flessibilità nell’uso dei sostegni europei. Sulle colonne de “La Stampa”, Bonomi ha commentato: “Dalle notizie che filtrano emerge che, di nuovo, la Germania imporrebbe la sua linea a tutti. Sarebbe inaccettabile, un errore per l’Europa. Serve il fondo sovrano europeo che abbiamo sostenuto dal principio. È impensabile che la sfida della competitività lanciata da Usa e Cina sia affrontata singolarmente da ogni Stato, occorre una risposta continentale”.
Secondo Carlo Bonomi, inoltre, la deroga agli aiuti di Stato “non è una buona soluzione nemmeno se tutti i Paesi avessero gli stessi margini di spesa. Se fossero confermate le indiscrezioni sul documento del Consiglio Ue, la Germania mostrerebbe di non credere nel mercato unico europeo. Non avere il nuovo fondo comune Ue, che la Commissione prospettava tra qualche mese, significa rinunciare all’idea di un’industria europea. Se prevalesse la linea tedesca, l’Italia dovrebbe impegnarsi a salvaguardare l’industria italiana. Serve un risultato immediato”.
CARLO BONOMI (CONFINDUSTRIA): “RIPENSARE GLI OBIETTIVI PNRR”
Nel prosieguo dell’intervista concessa a “La Stampa”, Carlo Bonomi ha affrontato anche l’argomento PNRR. Secondo il leader di Confindustria, il governo Draghi aveva poco tempo per cambiarlo, “ha riscritto molto bene le prime 80 pagine, ma non poteva farlo sui progetti delle 6 missioni, e molti non hanno le caratteristiche per essere realizzati entro il 2026. Serve, per quanto possibile, ripensare gli obiettivi. L’elemento fondamentale sono le riforme. Quelle che l’Italia non ha mai fatto. Oggi i soldi ci sono e dobbiamo farle bene, se vogliamo essere moderni, efficienti e inclusivi per decenni”.
Qualche esempio? Bonomi non ha esitazioni: “Lavoro, Welfare, Fisco, Politiche attive del lavoro, Giustizia. L’elenco è lungo. La pubblica amministrazione, soprattutto. Ora si parla di riforma fiscale, ma se è solo ‘tre aliquote per l’Irpef’ non è riforma fiscale. Deve esser organica. Ragionata e non scritta in poche settimane. Abbiamo un orizzonte di stabilità politica e anche le risorse. Non ci sono scuse! Il governo italiano deve lavorare con tutte le sue forze per costruire quella coalizione europea. E per farlo deve avere massima credibilità per le riforme fatte in Italia”.