Per l’estate 2019 si profila una vera e propria “fuga” dal mare italiano: infatti, stando ad alcune previsioni rese note in questi giorni c’è preoccupazione tra gli operatori turistici del nostro Paese a causa non solo del caro prezzi ma pure del ridotto budget a disposizione delle famiglie che potrebbero preferire delle mete estere oppure, semmai, prenotare solamente all’ultimo prediligendo quello che Massimo Ferruzzi di Jfc Tourism & Management chiama “il trionfo del nomadismo”. Infatti, cosa inedita dal 2014 ad oggi, non solo si taglieranno le spese per le vacanze ma queste dureranno in media meno di due settimane, scendendo sotto la quota di 10 giorni (9,2 per l’esattezza), con quasi il 70% degli italiani che è disposta a cambiare last minute la propria meta se si prospettasse una ottima occasione. Dunque addio alle ferie “stessa spiaggia, stesso mare” e largo all’incertezza e all’infedeltà formato meta di villeggiatura.
LE PREVISIONI PER L’ESTATE 2019
Secondo l’indagine effettuata proprio da Jfc su un nutrito campione (circa 7mila persone) il trend sembra essere quello della ricerca dell’occasione a causa non solo delle ridotte disponibilità economiche ma anche per via del fatto che molti operatori (ovvero quattro su dieci) hanno sensibilmente aumentato le tariffe e questi rincari finiranno per penalizzare proprio le stesse mete italiane. La spesa media a persona per una settimana al mare, che resta la meta privilegiata, sarà di 616 euro, contro i 620 di soli dodici mesi fa e questi farà sì che ad esempio regioni come la Puglia, dopo anni di segno positivo, questa estate perderanno fino al 13,6% non solo in termini di presenze ma pure di fatturato e a risentirne in questo caso particolare sarà il Salento. Tuttavia esistono lungo la penisola anche delle felici eccezioni con ad esempio la Sardegna che nell’area sud-ovest potrebbe far segnare un incoraggiante +1,8% di presenze e +2,3% di fatturato, come pure alcune zone del Lazio e della riviera Veneta.