LA CRISI DEL SACRO IN ITALIA: LA DENUNCIA DI MAURO MAZZA

Una crisi, una separazione, quasi un divorzio difficilmente sanabile: così il giornalista ex direttore del Tg2 Mauro Mazza descrive “per immagini” il rapporto attuale tra Chiesa e Stato italiano. Nel suo ultimo saggio “Lo Stivale e il Cupolone. Italia-Vaticano, una coppia in crisi” il giornalista analizza da vicino la distanza oggi netta tra la vita civile-politica-sociale in Italia e i valori della Chiesa Cattolica, in quel Paese che un tempo Papa Giovanni Paolo II definiva «eccezione italiana» rispetto alle derive liberal-progressiste del resto dell’Occidente. Con un ampio stralcio pubblicato su “La Verità”, Mazza affronta in profondità il tema del rapporto sempre meno laico e sempre più laicista tra il potere “politico” e il mondo cristiano-religioso.



«È una realtà completamente desacralizzata, nella quale l’essere umano si considera sovrano e padrone assoluto della propria sorte. La tecnica ha scalzato l’etica, promette una vita migliore, spensierata e duratura», scrive l’ex direttore del Tg2. Il tema dei “diritti” è ormai incluso in qualsiasi discussione culturale in Europa, e così pure in Italia: «I pretesi diritti individuali non ammettono deroghe, né limitazioni. Nel loro nome si diventa impermeabili a ogni residuo di responsabilità sociale, si calpesta ogni traccia di bene comune». Analizzando nel dettaglio la lunga eredità dei grandi magisteri della Chiesa (da Pio IX a Paolo VI, da San Giovanni Paolo II alla lotta di Papa Ratzinger contro la “dittatura del relativismo”), Mazza prova ad enucleare i motivi per cui si è arrivati alla situazione attuale. Di colpo però, verso la fine del millennio scorso, è cambiato tutto: «tra gay pride e matrimoni omosessuali, diritti arcobaleno e gerarchie cattoliche distratte da gravissimi scandali, il modello italiano di resistenza è venuto meno», denuncia Mauro Mazza nel suo volume. Arrivando a superare altre nazioni europee e occidentali, l’Italia ad oggi appare dominata da un “pensiero unico assoluto” che è al contempo «indiscutibile e intollerante, gestito da sedicenti tolleranti».



MAURO MAZZA: “UN POTERE UNICO INTOLLERANTE SUCCUBE DELLA TECNOCRAZIA. COME L’UE”

La durissima critica di Mauro Mazza contro quel “pensiero unico relativista” tratteggia gli elementi nefasti di questa panoramica: «Si ammette una pluralità etica e si dichiara – a parole, solo a parole – che quanti dovessero considerare ingiusta una legge possono non applicarla per sé o, se addetti ai lavori, opporvisi ricorrendo all’obiezione di coscienza (oggi per l’aborto, domani per l’eutanasia). Ma, in realtà, chi dissente è mal tollerato, ogni critica è considerata una provocazione». Il copione di questo periodo “laicista” che è riuscito a mettere in crisi il rapporto stretto (anche se laico finalmente dopo secoli di “potere temporale” della Chiesa) tra potere politico e religioso, è di fatto il medesimo tanto in Italia quanto nel resto dell’Occidente: «minoranze potenti – o avanguardie illuminate – riescono a prevalere su maggioranze dapprima contrarie, poi perplesse, infine rassegnate a subire le successive conquiste del modernissimo e laicissimo vangelo del nostro tempo».



Quello però che accade in Italia, secondo il giornalista ex Tg2, è di fatto quello già successo negli ultimi decenni in Europa, definita “priva di identità morale, culturale e religiosa”: «povera di rappresentatività democratica; succube dei poteri economici e finanziari; nelle mani di una tecnocrazia che pretende d’indicare la rotta e di scrivere il futuro. Pare aver rinunciato, l’Europa, a farsi patria per tutti e a disegnare un destino comune». L’intuizione interessante del giornalista è che il declino morale, sociale e politico del Vecchio Continente è legato a stretto filo al rapporto tra politica e religione, tra leggi ed etica: come ribadisce da tempo ormai la dottrina sociale della Chiesa, se si ‘uccide’ Dio a ‘morire’ per prima è l’uomo stesso. Scrive Mazza che «senza un supplemento d’anima che solo la religione può dare, il futuro si dipanerà in forme pericolose, fuori controllo, senza bussola, né governo»; è però la Chiesa in primis a non potersi “esimere” dalla sfida cruciale dei prossimi decenni. Per il giornalista ex Tg2, la “sposa di Cristo“ ha «il dovere di rispondere alla sua peculiare responsabilità, soprattutto in un contesto sempre più drammatico in cui, confusamente e nonostante tutto, si manifesta un bisogno di verità e di certezza».