Il discorso del Governatore della banca centrale italiana Ignazio Visco alla conferenza “The Ecb and Its Watchers XXII” di mercoledì contiene alcune dichiarazioni sorprendenti sulle prospettive economiche europee e italiane dopo l’invasione russa in Ucraina. L’incremento dei prezzi dell’energia è un chiaro e inatteso shock sull’offerta.

Per il Governatore lo shock energetico ha “conseguenze rilevanti per la domanda aggregata dei Paesi importatori”; le ripercussioni sono “specialmente severe per le famiglie”. Se i prezzi rimanessero a questi livelli, stima il Governatore, il reddito disponibile si ridurrebbe di circa quattro punti percentuali. Questa ovviamente è una media e infatti Visco specifica che le conseguenze sarebbero “distribuite asimmetricamente tra le famiglie” colpendo in misura maggiore più si scende verso i redditi medio-bassi o bassi, dove la quota di reddito destinata a cibo e energia è maggiore. Queste sono stime che presuppongono che non ci siano ulteriori rincari.

Il Governatore ha proseguito spiegando che la fiducia delle famiglie e delle imprese potrebbe essere “fortemente scossa” dalla crisi e peggiorare le prospettive della crescita del Pil. L’incertezza agirebbe anche sulle famiglie con una situazione finanziaria migliore; queste sarebbero indotte a risparmiare di più, deprimendo ulteriormente i consumi già messi in crisi dalle scelte che le famiglie con redditi medi o medio-bassi saranno obbligate a fare.

Visco cita chiaramente anche l’aumento delle probabilità che si verifichino scenari “estremi”. In particolare, il Governatore si riferisce alla possibilità che la mancanza di gas possa portare a “razionamenti dell’elettricità o del gas mettendo in crisi la produzione”; “l’integrazione del mercato e la cooperazione multilaterale potrebbero essere fortemente impattate”. Forse Visco si riferisce al numero crescente di Paesi che bloccano le esportazioni di risorse strategiche sia fuori che dentro l’Unione Europea. “Stiamo vivendo una profonda e drammatica svolta che potrebbe portare a scenari economici che sono difficili da definire”. Il Governatore accenna anche alla possibilità che si verifichino rischi per la “stabilità finanziaria”.

Visco non ha descritto la possibilità di una minore crescita e nemmeno di una crisi economica. Nei fatti ha descritto la possibilità di uno shock economico e finanziario tale che si fa persino fatica a immaginare e proiettare. Sono le sue esatte parole quando fa riferimento a “scenari difficili da definire” in conseguenza di una “svolta profonda e drammatica”. Ciò che colpisce non è solo quello che viene descritto, ma anche chi si fa portavoce di queste preoccupazioni.

Il Paese che ha di gran lunga le maggiori risorse naturali del globo, la Russia, occupa un sesto delle terre emerse, è stato “separato” improvvisamente da una parte importante dell’economia globale e dall’Europa con effetti che a cascata colpiscono le economie dell’Africa mediterranea e subsahariana e lambiscono con minore intensità le altre. L’incremento dei prezzi alimentari e forse la rottura delle forniture è una fonte di instabilità politica. Pensiamo, per esempio, a quanto successo in Sudan qualche giorno fa. I Paesi che rischiano di essere coinvolti da un’ondata di instabilità politica causata dall’emergenza sono in molti casi produttori di gas e petrolio. L’instabilità non fa bene alla produzione. Ci riferiamo ai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e a cui Europa e Italia si stanno rivolgendo per sostituire la Russia.

Visco prospetta la possibilità di uno shock dagli effetti imprevedibili che nella narrazione ufficiale non è mai stato contemplato. Anzi, in Europa si parla ancora di crescita mentre si prospetta il collasso economico russo.

L’impressione è che siamo su un crinale che ha da un lato un abisso di cui non si vede il fondo e che non si vuole nemmeno prendere in considerazione; non perché non ci sia, ma perché fa troppa paura. La paura in questo caso sarebbe auspicabile; forse farebbe rinsavire molti. Ci viene il dubbio che questo non sia il momento di minimizzare e tranquillizzare per non peggiorare la situazione. Probabilmente è vero l’esatto contrario.

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