“Un intervento militare a difesa delle navi mercantili italiane”, senza “far guerra a nessuno”, ma solo “per difendere le nostre navi”, visto “il crollo nel traffico mercantile”. Parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani nel commentare il progetto della missione europea Aspides (“scudi”) nel Mar Rosso (che per ora vede schierate con l’Italia solo Francia e Germania), inquadrata nell’insieme dell’operazione Emasoh/Agenor, lanciata nel 2020 dai francesi nello stretto di Hormuz, più o men con gli stessi obiettivi. Aspides è ancora solo un’ipotesi, per altro in attesa delle possibili adesioni di altri Paesi europei (probabilmente non molti, almeno in solido) e della discussione tra i ministri della Difesa UE, in programma a fine mese.
In ballo ci sono soprattutto i mezzi e gli operativi che saranno messi a disposizione e le regole d’ingaggio, visto che il documento dei tre parla del “compito di difendere con l’uso della forza il commercio marittimo internazionale” dal tiro a segno degli Houthi sulle navi cargo. Dunque, Aspides sarà solo un ombrello paramissili o potrà adottare anche misure proattive, sulla scia di quanto fa la Prosperity Guardian, la missione delle forze Usa e UK, che oltre a difendere i navigli colpiscono anche le postazioni di lancio degli Houthi, nello Yemen? L’Europa parla di un’operazione “difensiva, in linea con la Convenzione Onu sui diritti del mare”, ma è chiaro che lo scenario in continuo peggioramento in tutto il quadrante potrebbe indurre ad ampliare all’occorrenza i margini di manovra sul campo. Francia, Germania ed Italia potrebbero dislocare una nave da guerra ciascuna per la nuova missione. Il Ministero della Difesa italiano, intanto, ha reso noto che la fregata ITS Federico Martinengo (F596) ha sostituito, nei giorni scorsi, la fregata ITS Virginio Fasan (F 591) nell’ambito delle attività di sorveglianza marittima nazionale nel Mar Rosso, vicino allo stretto di Bab-el Mandeb. Dall’8 febbraio dovrebbe essere proprio l’unità italiana a prendere il comando dell’operazione in essere Atalanta antipirateria, nel mare del Golfo di Aden.
A fine dicembre la nave Fasan, già impegnata nell’Operazione Secure Mediterranean dopo la crisi israelo-palestinese, era stata riposizionata nel Mar Rosso per garantire la sorveglianza marittima, salvaguardare la libertà delle rotte commerciali e proteggere le navi mercantili a seguito degli attacchi dei militanti Houthi contro il traffico nello stretto di Bab-el Mandeb, via di comunicazione marittima cruciale per l’accesso al Mar Mediterraneo. L’altro giorno (informa ItaMilRadar) un’immagine satellitare ha rivelato una fregata italiana, che con tutta probabilità è la Martinengo, attraccata al porto di Gibuti. La Fasan invece è in navigazione, diretta a Taranto, per le necessarie manutenzioni e il cambio di equipaggio.
Ma si parla insistentemente di un’altra unità della Marina che potrebbe subentrare nel Mar Rosso, forse proprio inquadrata in Aspides al posto della Martinengo: si tratta della nave Bergamini, la prima fregata del programma italo-francese FREMM (fregata europea multi-missione). È una veterana, l’ammiraglia, consegnata alla Marina nel 2012 e dispiegata già in numerosissime missioni, ma soprattutto è una piattaforma certamente meglio attrezzata per lo scopo previsto nel Mar Rosso: rispetto a Fasan e Martinengo, ad esempio, più votate alla guerra antisom, la Bergamini dispone di maggiore capacità di scoperta e di potenza antiaerea, unita alla possibilità di lancio per droni. Già all’inizio di gennaio la Bergamini si trovava nel Mediterraneo orientale, aggregata nella NATO SNMG 2, composta dalla fregata greca HS Nikiforaos Fokas (F466), dalla fregata spagnola SPS Mendez Nunez (F-104). Si tratta del secondo Gruppo Navale Permanente della Nato, un gruppo navale multinazionale integrato che fa parte della Forza di Reazione Rapida dell’Alleanza atlantica (Nato Response Force), che costituisce una presenza continua e visibile. Una “reazione rapida” che adesso è richiesta per far sì che il Mediterraneo non diventi una rotta praticabile solo dall’immigrazione clandestina.
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