Un intervento sulla riforma del patto di stabilità è stato pubblicato sui giornali dell’alleanza Lena dai ministri delle Finanze di 11 Paesi Ue. Nel testo si legge che l’Unione non si può “permettere che i livelli di indebitamento crescano a oltranza da crisi a crisi”. Secondo i ministri, “prima della pandemia la politica finanziaria in Europa, a volte, era troppo espansiva”. A firmare l’intervento, come riporta Il Sole 24 Ore, sono Germania, Repubblica Ceca, Austria, Bulgaria, Danimarca, Croazia, Slovenia, Lituania, Lettonia, Estonia e Lussemburgo.
Non c’è l’Olanda, anche se come spiegato dal ministero delle Finanze è chiaro che Germania e Paesi Bassi “condividono gli stessi obiettivi sulla riduzione del debito. Crediamo che ci debba essere spazio per riforme e investimenti, ma abbiamo scelto la nostra strada. Tornare al vecchio patto di stabilità costituirebbe un fallimento, perché non funziona, non è efficace”.
Italia, difficoltà nella ratifica del Mes
La richiesta dei Paesi firmatari dell’intervento pubblicato su Lena, è che vengano stabiliti dei criteri quantitativi applicabili in tutti gli Stati membri. I ministri delle Finanze avvertono che “adottando una maggiore focalizzazione sul medio termine non si può neanche arrivare a situazioni in cui le future sfide vengano utilizzate per ritardare o posporre quegli adeguamenti finanziari oggi necessari”. I ministri spiegano poi che i trattati prevedono “un importante ruolo per gli Stati membri” nella sorveglianza finanziaria e “ciò dovrebbe essere mantenuto così com’è”.
E ancora, si legge nel documento, “Siamo pronti ad utilizzare appieno il potenziale del nuovo trattato ma questo potrà essere fatto solo una volta che il trattato sarà in vigore”. Il direttore esecutivo del Mes Pierre Gramegna riferisce di aver comunicato al ministro dell’Economia italiano Giancarlo Giorgetti in merito alla mancata riforma del trattato rivisto da parte dell’Italia che “La revisione dello strumento del Mes è già in atto: stiamo già esplorando questa disponibilità siamo pronti e disposti a fare questo studio e ad usare il potenziale del nuovo trattato. Questo è il messaggio che abbiamo trasmesso”. Il Commissario Europeo Paolo Gentiloni ha spiegato: “Il governo italiano, attraverso il ministro Giancarlo Giorgetti, ha ribadito le difficoltà che ci sono nel Parlamento italiano per la ratifica del trattato”.