«L’Italia è il Paese più arretrato d’Europa». La bocciatura arriva dal Telegraph, per mano dello scrittore e giornalista finanziario Matthew Lynn, che ha passato in rassegna le recenti decisioni e gli ultimi orientamenti del governo guidato dalla premier Giorgia Meloni. Dal divieto di usare ChatGPT alla contrarietà a sviluppare carne allevata in laboratorio, senza dimenticare le multe per le aziende che usano parole inglesi. «L’Italia è da sempre un Paese che conserva il proprio passato e rispetta le proprie tradizioni, ma nelle ultime settimane questa ammirevole qualità ha assunto nuovi toni sinistri», scrive Lynn, secondo cui l’Italia sta voltando le spalle alla modernità, «imponendo alle nuove tecnologie una ferocia che non ha precedenti nel mondo sviluppato».
Per il giornalista tutto ciò è anche l’occasione per lanciare un avvertimento alla Gran Bretagna, affinché non segua queste orme. «Se non facciamo un serio tentativo di riformarci, presto metteremo al bando anche ogni forma di nuova tecnologia, e ci condanneremo a un ciclo di declino ancora più profondo». Per quanto riguarda il bando a ChatGPT, la decisione è stata giustificata con i timori legati alla privacy, ma secondo Matthew Lynn i timori riguardano posti di lavoro e imprese tradizionali.
“ECONOMIA ITALIA TRA PIÙ CHIUSE E RISTRETTE DEL MONDO”
Il Telegraph si sofferma poi sul progetto di legge per vietare la carne prodotta in laboratorio, che prevede multe salate per chiunque cerca di coltivare proteine alternative. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha spiegato che «i prodotti di laboratorio non garantiscono la tutela della cultura e della tradizione enogastronomica italiana». Una spiegazione che spinge Matthew Lynn ad una battuta sarcastica: «Il cuore dell’identità sembra consistere nell’uccidere i maiali e trasformarli in prosciutto di Parma». Si arriva poi alla proposta di legge per sanzionare le aziende che usano parole straniere nelle comunicazioni ufficiali, un piano per contrastare l’uso diffuso delle parole inglesi che «avviliscono e mortificano» l’italiano. Lynn ne approfitta per ironizzare sulla «esportazione britannica fiorente», ma anche per scherzare sul fatto che non sia stato ancora pensato un divieto per le auto senza conducente, «una minaccia per la bella tradizione italiana di correre per le strade strette infrangendo ogni limite di velocità conosciuto». Il giornalista riconosce che «sarebbe facile deridere questa tendenza e prendersi gioco del conservatorismo intrinseco del Paese», ma il punto è un altro. «Tra tutti i Paesi che hanno bisogno di una ventata di innovazione tecnologica, l’Italia è proprio in cima alla lista. La sua economia è una delle più chiuse e ristrette del mondo e dall’inizio del XXI secolo è cresciuta a malapena in termini reali; dal 2000 al 2019, misurata in termini di dollari costanti, l’Italia ha ottenuto una misera crescita del PIL del 4%, rispetto al 27% della Germania e al 36% della Spagna».
“CRESCITA ZERO, GRAN BRETAGNA COME ITALIA”
L’analisi di Matthew Lynn sulle colonne del Telegraph però prende di mira anche la Gran Bretagna, diventata più simile all’Italia di quel che si possa pensare, sia dal punto di vista economico e politico. Gli esempi non mancano: dai cambi di governo alle divisioni geografiche, senza dimenticare la questione del debito; entrambi i Paesi stanno invecchiando rapidamente, soffrono l’esodo di giovani talenti, ci sono alti livelli di immigrazione, il mercato azionario non sale davvero perché mancano nuove aziende dinamiche. «Tirando le somme, entrambi sono bloccati in una trappola a crescita zero. L’Italia è lì da 20 anni, e noi li abbiamo raggiunti». Quando non si cresce, si instaura un meccanismo per il quale si ha paura del cambiamento. Ed è questa la situazione in cui si trova l’Italia secondo Lynn. Ci si aggrappa «a una torta che si restringe perché non hanno mai visto com’è fatta una torta che cresce e non credono più di poterne beneficiare». Una tendenza ben visibile anche in Gran Bretagna, che rischia di fare come l’Italia, cioè di «vietare ogni forma di modernità». Invece, deve provare a rilanciare la crescita per evitare di condannarsi al declino economico.