I laureati, in Italia, sono ancora molto pochi. Tra i giovani adulti del Paese, infatti, solo il Messico è secondo al Belpaese. A confermarlo è il rapporto Ocse 2023 in relazione a 38 Paesi nel mondo: ha analizzato l’istruzione terziaria delle persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni, rilevando che solo due hanno un livello inferiore al 30% ovvero appunto Messico e Italia. La statistica si riferisce a tutti i percorsi di laurea, da quella triennale al dottorato. La rilevazione ci dice che tutti i Paesi, tranne appunto il Messico, hanno più laureati di noi, sottolinea Il Sole 24 Ore.



Addirittura, più laureati nella fascia 25-34 si registrano in Cile, Colombia, Costa Rica, Corea, Grecia e Turchia. La distanza rispetto alla media al momento sembra incolmabile: infatti da noi la percentuale è del 29% mentre la media Ocse è del 47%. Tra il 2011 e il 2022 la nostra percentuale è passata dal 21 al 29 ma nel frattempo è aumentata anche la media Ocse, da 38 a 47. Così, la posizione relativa italiana non è cambiata. Sono 16 su 38 i Paesi in cui più della metà dei giovani è laureata: si tratta di Corea (70%), Canada (67%), Giappone (66%), Irlanda (63%) e Lussemburgo (60%). 



Più donne che uomini tra i giovani laureati in Italia

I dati di genere relativi al rapporto Ocse 2023 dimostrano che sono più le giovani donne laureate rispetto agli uomini. La differenza varia: in Messico è di un solo punto percentuale mentre in Islanda è del 26%. In Italia la differenza è di 12 punti percentuali. Ma quali sono le cause della mancata iscrizione, all’università, dei giovani italiani? Probabilmente un sistema produttivo poco accattivante in termini di occupazione e retribuzione dei laureati. Pur avendo pochi laureati, il nostro Paese non riesce a collocarli tutti: è in fondo alla graduatoria con un tasso di occupazione del 70% contro l’84% della media Ocse 2022.



Anche la retribuzione relativa conferma l’Italia in una posizione svantaggiosa. Se infatti la retribuzione di un non laureato è di 100, quella di un laureato arriva a 125 ma la media Ocse è di 138. Dunque in Italia gli stipendi dei laureati in relazione ai non laureati sono più bassi che negli altri Paesi. Inoltre la componente femminile laureata guadagna l’84% di quella maschile. Il sistema formativo italiano mostra dunque lacune e debolezze. Il nostro sistema d’istruzione, inoltre, è caro: ha costi elevati a fronte di scarse risorse.