Lo scenario preliminare elaborato dal Centro studi di Confindustria è una base per inquadrare il problema del blocco dell’economia e le soluzioni. Qualora in Italia le attività riuscissero a ripartire pur lentamente tra un mese, con accelerazione nel quarto trimestre, la caduta del Pil a fine 2020 sarebbe del 6% in relazione al 2019, cioè dai 102 ai 108 miliardi. Chi scrive, con altri ricercatori, sta cercando di simulare quali misure e situazioni possano migliorare o peggiorare tali numeri.



Il punto da capire è se e come possa ripartire l’economia in persistenza del rischio di contagio, stimato dal più delle istituzioni sanitarie presente fino al vaccino. Per quanto tempo una popolazione può restare chiusa in casa e un’economia bloccata? Poco. Pertanto tutti i governi dovranno organizzare rapidamente presidi medici e protocolli diffusi per dare un massimo di sicurezza medica alla ripresa dei percorsi lavorativi.



Alcuni preferiscono non arginare via blocco il contagio per raggiungere l’immunità di gregge, accettando il rischio di elevata mortalità piuttosto che quello di depressione economica, per esempio Svezia, Giappone, Brasile, ecc. Ma chi ha tentato questa strada inizialmente, per esempio Francia, Germania, Stati Uniti, Regno Unito, ecc., si sta ricredendo e passando al metodo del blocco pur tentando di non renderlo totale.

Probabilmente tutti convergeranno verso una formula che crei percorsi sicuri per le attività economiche. Ma la differenziazione iniziale che ha favorito la diffusione globale del virus ritarderà la ripresa del mercato internazionale, colpendo l’Italia il cui Pil dipende molto da export e turismo. Ciò fa temere che Pil 2020 possa cadere del 15% e oltre. Ma se in Italia venisse accelerata la diagnostica di massa, una rete territoriale di tendoni medici dove poi indirizzare i contagiati verso la spedalizzazione o la quarantena, nonché la costruzione di 15-20 ospedali temporanei attrezzati, allora il livello di sicurezza reale e percepito sarebbe tale da rendere veloce almeno la ripresa interna, minimizzando la caduta del Pil e creando le basi per un rimbalzo fortissimo nel 2021.



In tal modo, e con 220 miliardi di spesa extra di cui almeno 50 in forma di garanzia alle banche per dare liquidità alle imprese, certamente ne usciremo. Ma il Governo sta mobilitando circa 80 miliardi e si è mosso in ritardo, e con una misura di dubbia efficacia, per garantire liquidità alle imprese. Pertanto la prima cosa da sbloccare è il Governo stesso.

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