Un primato che rende tutt’altro che orgogliosi. I social network italiani sono primi in Europa nella classifica di diffusione delle fake news. A dimostrarlo sono i dati redatti da Meta e consegnati come ogni sei mesi alla Commissione Europea in attuazione del Codice di Condotta sulla disinformazione, che le piattaforme si sono impegnate a rispettare nel regolamento aggiornato l’ultima volta a giugno 2022. Nel corso del primo semestre del 2023, Facebook Italia ha condotto una battaglia contro la disinformazine, cancellando più di 45mila contenuti falsi e considerati dannosi per la salute o per la loro interferenza nei processi elettorali.



Circa il 33% del materiale fake in circolazione era concentrato dunque in Italia, seguita dalla Germania: qui oltre 22mila contenuti sono stati rimossi mentre in Spagna 16mila e nei Paesi Bassi 13mila, seguiti dalla Francia e poi dalla Polonia. Primato italiano anche per TikTok: sono stati trovati 1.334.235 account falsi che sono stati disattivati, 300.000 in più rispetto a Spagna e Germania. Gli account risultavano non collegati a persone esistenti o erano riconducibili a persone registrate sotto mentite spoglie in Italia. Gli account contavano quasi 7 milioni di follower in totale.



Il monito a X

Il report di Meta, consegnato alla Commissione Europea, è stato consegnato insieme a quelli di Google, Microsoft e TikTok. Anche X, ex Twitter, pur non essendo tra i firmatari del Codice Ue dal quale è uscito poco dopo, è assoggettato ai vincoli precisi per quanto riguarda la rimozione di contenuti. Secondo il Digital Services Act, infatti, esiste una legge europea sui servizi digitali e la Commissione Europea ha un’unità che monitora e supervisiona sulle piattaforme. I prossimi report sono attesi per l’inizio del 2024 e verteranno anche sull’informazione politica visto che si avvicinano le elezioni europee e c’è il rischio di diffusione di fake news.



Il Codice di condotta per combattere la disinformazione era stato firmato per la prima volta a settembre 2018 con lo scopo di evitare quanto più possibile l’influenza delle fake news sul voto europeo del 2019. Le elezioni del 2024 rappresenteranno un altro banco di prova, come sottolinea Il Messaggero. Google, addirittura, sta pianificando l’interdizione di requisiti per gli annunci politici sulle sue piattaforme, richiedendo l’indicazione quando immagini, audio e testi siano stati creati tramite intelligenza artificiale.