Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina con l’invasione della Russia, l’Italia si sta muovendo con l’Alleanza Atlantica a colpi di sanzioni che per il momento non stanno sortendo l’effetto sperato. Ma per il momento non c’è il rischio che il governo italiano decida di partecipare al conflitto: l’idea è di proseguire sulla strada diplomatica con un inasprimento graduale delle sanzioni per scongiurare un intervento militare della Nato. Del resto, se si ragiona da un punto di vista prettamente legale, bisogna allora tener conto del fatto che l’Ucraina non fa parte della Nato, che a sua volta è un’organizzazione difensiva.



Quel che si può fare è costruire una sorta di “cordone” attorno alla Russia per “strangolare l’economia russa in poche settimane”, per usare le parole del segretario del Pd Enrico Letta. Nel frattempo, però, l’Italia ha deciso di rinforzare il contingente a ridosso dei confini con l’Ucraina. Già da metà febbraio soldati italiani erano presenti sulla frontiera russa e ucraina. Ad esempio, gli alpini sono da settimane in Lettonia, i caccia bombardieri in Romania. Quindi, l’Italia può entrare in guerra in caso di aggressione esterna contro uno qualsiasi dei paesi che fanno parte della Nato.



ITALIA NON IN GUERRA, MA INCREMENTA CONTINGENTE

Teoricamente la guerra non coinvolge direttamente l’Italia da un punto di vista militare perché l’Ucraina non gode della garanzia di intervento degli altri membri dell’Alleanza Atlantica. L’articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico, d’altra parte, stabilisce che un attacco armato contro uno o più alleati della Nato viene letto come uno contro ogni componente della Nato. Ma l’Onu si è riunita in base a quanto previsto dall’articolo 4 su richiesta di Slovacchia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Romania. In questo caso, le parti sono tenute a consultarsi ogni volta che “l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata”. Pertanto, ogni volta che uno Stato della Nato si sente minacciato può chiedere consultazioni con gli alleati per affrontare il pericolo insieme. Allo stato attuale, i Paesi che confinano con l’Ucraina, se si sentono sotto attacco, possono chiedere un intervento militare congiunto dell’Alleanza Atlantica.



La Nato, e di conseguenza l’Italia, non sta programmando di inviare truppe in Ucraina, ma sta aumentando il contingente nella parte orientale dell’Alleanza. Quindi, per ora il nostro Paese è coinvolto per un supporto logistico. L’Italia non è in guerra, ma questo non vuol dire che non si stia preparando all’eventualità, seppur al momento remota. Lo stesso fanno le truppe americane, che si stanno spostando dalle basi in Italia al Baltico, nella speranza di dissuadere la Russia da attacchi contro i paesi Nato. In qualche modo, dunque, stiamo partecipando alla guerra in Ucraina: Usa, Regno Unito e altri paesi hanno fornito aiuti militari a Kiev. Saranno incrementati, così come l’assistenza a livello di servizi segreti. Nella sparanza che ciò basti per scongiurare una terza guerra mondiale effettiva.