Dopo lo studio cinese secondo cui la Fase 2 in Italia è cominciata troppo presto, un’altra ricerca sostiene che siamo tutt’altro che lontani dalla fine dell’epidemia di coronavirus e che anzi rischiamo di pagare un prezzo alto in termini di vite per aver cominciato la Fase 2. Il nostro Paese deve prepararsi ad affrontare un’altra ondata di coronavirus, ancor più letale, secondo le previsioni dell’Imperial College di Londra. I ricercatori hanno infatti realizzato un modello matematico sulla diffusione di Sars-CoV-2 in Italia prospettando tre scenari. Il primo col Paese in quarantena, l’altro con una ripresa della mobilità al 20 per cento dei livelli pre-lockdown, il terzo al 40 per cento. Nel primo caso, continueremmo a registrare una diminuzione di casi e morti. Nel secondo rischiamo altri 5mila decessi. Se invece ci fosse un aumento del 40 per cento della mobilità, potrebbero esserci altri 23mila morti nel giro di otto settimane. I ricercatori dell’Imperial College ammettono che le loro previsioni pessimistiche non tengono conto delle misure preventive adottate, ma sottolineano anche che questo studio evidenza la necessità di procedere nella Fase 2 con il contact tracing, distanza interpersonale e mascherine obbligatorie. Aspetti che peraltro lo stesso governo ha sottolineato a più riprese.



CORONAVIRUS, “ITALIA RISCHIA ALTRI 23MILA MORTI IN 2 MESI”

Secondo quanto previsto in questo studio, se gli italiani tornassero ad appena il 20 per cento della loro routine, il rischio potrebbe essere quello di un incremento di morti anche maggiore rispetto alla prima ondata, e questo nel giro di sole tre settimane. Questa stima si aggrava con un ritorno al 40 per cento. Questo anche perché l’immunità di gregge non è stata ancora raggiunta nonostante l’alto numero di decessi. Così si spiega il pericolo di una seconda ondata di coronavirus in Italia, che potrebbe essere quindi dietro l’angolo. Lo studio dell’Imperial College, realizzato in collaborazione con la Oxford University e il collaborating center dell’Oms, è stato firmato dal gruppo di Neil Ferguson. Si fa quindi il punto della situazione italiana, regione per regione, al primo maggio. E si evidenzia che le misure di contenimento attuate del governo sono state efficaci perché hanno abbassato il tasso di contagiosità. Secondo i dati del 16 aprile, sono state evitate almeno 320mila morti. I ricercatori hanno poi disegnato tre scenari fino al 22 giugno. Il primo prevede un calo di infezioni e morti, il secondo una crescita di morti di 3-5mila, il terzo prevede altre 23mila vittime che andrebbero ad aggiungersi a quelle di oggi. Lo studio però non prende in considerazione le strategie adottate nella Fase 2 per il contenimento, che potrebbero abbassare di molto il rischio di una seconda ondata.

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