C’è una quarta ondata e non è quella del coronavirus, ma di migranti. A lanciare l’allarme è Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, secondo cui l’alleggerimento delle restrizioni anti Covid farà aumentare gli sbarchi e crescere un’ondata che è già cominciata, anche perché l’Italia resta la meta preferita dell’immigrazione irregolare. Fabrice Joel Roger Leggeri, direttore esecutivo di Frontex, in un colloquio con l’Agenzia Italia ha espresso le sue previsioni che non possono far star tranquilli riguardo quanto accadrà quando si potrà circolare più facilmente. “Una massa importante di migranti irregolari si rimetterà in viaggio per raggiungere l’Europa”. Come riportato da Franco Bechis sulle colonne de ‘Il Tempo’, alcuni migranti sono rimasti bloccati, ad esempio, in Marocco, altri invece hanno deciso di emigrare. “Bisognerà vedere cosa accadrà nell’Africa subsahariana, dove già osserviamo dei movimenti verso il Nord”.



Una cosa non cambia: la destinazione, cioè l’Italia. “Con la pandemia, nel 2020, la geografia delle migrazioni è cambiata, ma l’Italia rimane esposta all’immigrazione irregolare”, ha osservato Fabrice Joel Roger Leggeri. Nel 2020, infatti, non c’è stato un boom di sbarchi. Sono aumentati, ma i numeri non sono stati preoccupanti. Ora però qualcosa è cambiato.



MIGRANTI, DRAGHI DEVE INTERVENIRE

Dal primo gennaio al 14 aprile 2021, secondo i dati del Ministero dell’Interno, sono arrivati sulle coste italiane 8.505 migranti. Nello stesso periodo l’anno scorso erano stati 3.227, l’anno prima 625. La tendenza è più marcata a marzo, quando sono avvenuti 2.395 sbarchi. Se negli ultimi anni la Spagna e la Grecia sono state le terre di prima destinazione, ora non è più così. Infatti, il 55% dei migranti trasportati è arrivato in Italia, il 32% in Spagna e l’11% in Grecia. Il resto tra Malta e Cipro. Non sono ancora numeri alti, il problema è che la tendenza è in crescita. Dunque, secondo quanto riportato da Franco Bechis su ‘Il Tempo’, ora il presidente del Consiglio Mario Draghi deve preparare un piano e decidere soprattutto la linea di intervento, anche in virtù del rischio sanitario, oltre che economico. “Non possiamo permetterci in questo momento un rischio così, che manderebbe all’aria piani vaccinali, possibilità di riaprire e Recovery fund”, scriveva ieri il giornalista sulle pagine del quotidiano che dirige.

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