In Italia i matrimoni religiosi sono sempre meno. “Quindici anni fa, su 20 matrimoni, ne organizzavo 19 religiosi e uno civile. Oggi sono più di 8-12”, ha raccontato la Wedding Planner Emanuela CaglioLa Croix. Il processo con cui il numero dei riti civili è aumentato è stato graduale, ma non lento. I dati dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) rivelano che negli anni ’70 il matrimonio civile rappresentava appena il 2,3% dei casi, nel 2008 era già cresciuto (36,7%) e nel 2019 per la prima volta ha superato il matrimonio religioso (52%).



Alla base del fenomeno c’è una spiegazione socio-economica. “Da una parte il calo demografico riguarda tutti i matrimoni perché ci sono meno giovani in età da marito. Dall’altra parte, l’aumento delle seconde nozze ha fatto oscillare il rapporto civile-religioso”, ha sottolineato Antonella Guarneri, ricercatrice Istat. Anche gli esponenti della Chiesa, però, in questi anni si sono domandati il motivo dell’allontanamento delle coppie dalla fede.



Italia, sempre meno matrimoni religiosi: solo 8 su 20. I motivi

I matrimoni religiosi in Italia sono sempre meno non soltanto per questioni sociali ed economiche. Una delle regioni sta anche nel fatto che i riti civili sono sempre più entusiasmanti e personalizzabili. “Oggi va molto di moda sposarsi in spiaggia o
in un giardino, che la Chiesa non ammette, quindi ci sposiamo civilmente per poterlo fare”, ha affermato don Cascio. “Ciò dimostra che la fede ha un impatto molto minore sulla vita delle persone. Non orienta più le scelte. Siamo entrati in un mondo post-cristiano dove la fede è diventata una tradizione più che una convinzione”.



Il fenomeno, dunque, ha anche dei lati positivi. La scelta di sposarsi in Chiesa, infatti, è adesso più consapevole. “Prima ci sposavamo in Chiesa perché era normale, non ci ponevamo la domanda, ora è diventata una scelta. La fede è tanto più importante perché devi essere veramente convinto”, ha sottolineato don Gervasi.