LA DENUNCIA DELL’EX MINISTRO CLÒ CONTRO LA (SUA) SINISTRA SULL’EMERGENZA GAS

La più grave emergenza energetica che l’Italia e l’Europa abbiano mai avuto dalla fine della Guerra non è da spiegarsi (solo) come conseguenza dei ricatti russi per la guerra in Ucraina e per il cambiamento climatico globale: secondo Alberto Clò, economista ed ex Ministro sotto il Governo Dini, le responsabilità vanno ricercare attualmente su tre maxi-fronti. La sinistra, l’Unione Europea e lo stesso Mario Draghi. Intervistato da “Affari Italiani”, il direttore della rivista trimestrale “RivistaEnergia” giudica tutt’altro che senza colpe la leadership attuale europea e italiana nel grado di emergenza a cui sta arrivando il tema gas ed energia: «Chi governa e fa parte dell’establishment aveva tutti gli elementi per capire dove saremmo andati a parare. La guerra in Ucraina non è un avverso destino, è un calcolo preciso fatto da Putin di cui c’erano prima tutti gli elementi». Per il docente economista, l’Occidente ha fatto ben poco e l’Europa proprio nulla: «girava la testa da un’altra parte». Non solo, anche l’assunto ribadito in più occasioni dal Premier Draghi – anche nel suo intervento al Meeting di Rimini 2022 – che l’Italia ha sbagliato a legarsi così tanto alla dipendenza energetica dalla Russia, secondo Clò, nasconde un errore all’origine.



«Draghi è stato Direttore Generale del Tesoro per 10 anni, che è l’organo vigilante, è stato nel Consiglio d’amministrazione dell’Eni. Ora mi chiedo: lui a chi pone quelle domande? Le deve porre a sé stesso. Doveva dire: abbiamo, ho, sbagliato! Non chiedere a non si sa chi, a qualche entità evanescente del passato»: il problema, secondo l’ex Ministro, era davanti agli occhi di tutti da decenni. Se non si fanno gasdotti, se si elimina il nucleare, se non si fanno né estrazioni né rigassificatori era evidente che «saremmo finiti nella bocca del leone russo. Ma coloro che sono responsabili di queste scellerate scelte sono ancora al governo, anche in quello locale». Per Alberto Clò trattare del tema energia è prima di tutto una questione politica e alla politica va imputare una decisa responsabilità in questi anni: «Si è sempre ritenuto invece che fosse una merce come le altre, come il cibo e che quindi fosse giusto che dovesse prevalere il mercato, con le privatizzazioni ad esempio. Non si è capita l’essenzialità dell’Eni per dirne una. Se non ci fosse l’Eni le cose sarebbero ancora peggiori».



ALBERTO CLÒ: “ITALIA SENZA GAS, COLPA DELL’ISTERIA ECOLOGISTA”

Tra le proposte fatte in questi tempi per provare a ovviare alla dipendenza da Putin sul gas (che dovrebbe terminare nel 2024, ha annunciato il Ministro Cingolani nei giorni scorsi) per Alberto Clò quella da prendere maggiormente sul serio è l’idea di ricompare il gas dalla Croazia: «la Germania che è un Paese serio ha detto noi quest’inverno dobbiamo ridurre i consumi del 20% e quindi imporremo tutta una serie di misure. Da noi ci si affida alle parole di Cingolani che dice che andrà bene ma non so perché si esprima in questo modo». È durissimo l’ex Ministro di area centrosinistra anche contro la sua stessa parte politica: «non c’è gas e perché non c’è? Perché l’isteria ecologista e la Commissione Europea negli ultimi 10 anni hanno bloccato gli investimenti». Per Clò l’estrazione del gas in Italia, che ora tutti si dicono pronti a sostenere, era però stata bocciata in primis dalla sinistra: «quando c’è stato il referendum tutti, a partire dalla sinistra, erano contro l’estrazione e a favore del referendum. A cominciare dall’Emilia Romagna che adesso si fa paladina dell’aumento dell’estrazione di gas».



Prezzo del gas, “price cap”, sanzioni alla Russia: tutti questi provvedimenti non solo si sono rivelati inefficaci o sono pronti a rivelarsi come tali, ma sono una sostanziale «sòla» per l’ex Ministro Clò, «Uno sconto che noi chiediamo a Gazprom? O anche agli algerini? Come fai a farlo funzionare?». Davanti alla domanda di “Affari Italiani” sulla possibilità che Bruxelles possa ora intervenire e mettere una “toppa” agli errori commessi, Clò non nasconde dietro al diplomatichese: «L’Unione Europea che ha preso una serie di decisioni prive di senso e che due mesi fa ha detto adesso facciamo un piano di riduzione del 15% ma a quel punto i governi hanno risposto no, facciamo del 7% e non se ne parli più (ride)… io non la capisco». E ora con l’autunno alle porte, che si fa? La situazione è sempre più in bilico e per Clò tutt’altro che positiva: «Mentre Cingolani dice che tutto va bene il regolatore Arera mette fuori un documento dove dice che quest’inverno c’è il rischio che non ci sia proprio il gas e soprattutto dice che da ottobre raddoppieranno le bollette».