«L’Italia vive al di sopra delle proprie possibilità», «il debito italiano è tra i peggiori al mondo e il peggiore in Europa», «l’Italia spende molto e male i fondi europei»: quante volte questi assunti, spesso veritieri e applicabili ai fatti economici degli ultimi 20 anni, sono stati riportati paro paro ad ogni tentativo di dimostrare in campo europeo che non sempre Roma è un disastro su tutta la linea. Allo scontro tra “frugali” e “mediterranei” nel Consiglio Ue ancora in corso, l’Italia e l’Olanda rappresentano di certo le due capofila dello scontro tra concezioni e visioni sul futuro dell’Europa e sul modo di affrontare la crisi post-Covid: ebbene non sono pochi i grafici che in questi giorni si sono succeduti a Bruxelles per dimostrare tutte le mancanze dello Stato italiano e in generale dei Paesi del Sud Europa davanti alle richieste di una risposta decisa su sovvenzioni e bilancio Ue per il prossimo Recovery Fund. Sono però molto più “silenziosi” e meno usuali grafici che invece mostrano come, al netto dei gravissimi problemi del sistema Italia (evasione, burocrazia, debito pubblico alle stelle), non per forza sia l’Italia lo Stato che spende male e peggio degli altri.
«Cliché che l’Italia sia spendacciona e carica di debiti», l’affermazione arriva da due economisti dell’austera Austria (tra i “frugali” assieme ad Olanda, Svezia e Danimarca) Philipp Heimberger e Nikolaus Kowall, dell’Università e dell’Istituto studi economici di Vienna: nello studio “7 fatti sorprendenti sull’economia italiana”, pubblicato nelle scorse settimane dalla rivista “Social Europe” vengono mostrati diversi grafici oggi resi pubblici su Twitter dallo stesso Heimberger e ripresi dal direttore del Tg La7 Enrico Mentana.
LO STUDIO “SHOCK” SULL’ECONOMIA ITALIANA
Si dimostra con quei grafici e con quegli studi austriaci come nel corso delle crisi finanziarie e dell’eurozona degli ultimi tempi, «economisti, politici e media hanno trasmesso un’immagine distorta dell’Italia e della sua economia, cliché che i leader politici europei come i premier olandese e austriaco usano ancora oggi. Non riconoscono che l’Italia è il secondo maggior produttore di beni industriali nella Ue, negli ultimi anni ha registrato avanzi di esportazione e ha spesso aderito più rigorosamente alle regole di bilancio della Ue rispetto a Germania, Austria o Paesi Bassi», scrivono i due economisti. Sulla scia di quanto riportato sul Sussidiario.net da Luigi Campiglio – «L’Italia non è affatto un Paese spendaccione, ma è anzi il più virtuoso d’Europa. Eppure viene schiacciato dallo spread» – l’assunto dello studio riguarda il basso debito privato dei cittadini italiani: «l’Italia non vive oltre i suoi mezzi», anzi vive ben al di sotto guardando i grafici puntuali dello studio di Social Europe.
«Perfino Germania, Austria e Paesi Bassi hanno registrato un avanzo di bilancio primario positivo meno frequentemente dell’Italia. Lo Stato italiano non è stato così ‘sregolato’ come spesso si afferma: ha costantemente incassato più tasse di quanto abbia speso», spiega l’economista Philipp Heimberger. In quanto contributore netto al bilancio dell’Ue, l’Italia è tra i più virtuosi con quasi 7 miliardi di euro dati in più (dati sul 2018) rispetto a quanto ricevuto dall’Unione Europea. I frugali spingono su Conte perché faccia le riforme visto che gli italiani spendono male i soldi, storicamente: ecco, secondo lo studio austriaco tutto ciò è falso, «Dal 2012, l’Italia ha nuovamente registrato avanzi di esportazione. Il paese consuma meno di quanto produca – semmai, vive al di sotto delle sue possibilità». Come sottolinea Campiglio nell’analisi pre-Consiglio Europeo l’Italia dal 1999 al 2019, ovvero dal momento in cui è iniziata l’avventura dell’euro fino all’anno scorso, solamente una volta (nel 2009) non ha fatto registrare un avanzo primario di bilancio): la Svezia l’ha “mancato” per 3 anni, la Danimarca per 4 anni come Austria, l’Olanda addirittura per 8 volte (Germania 7 e Francia 16 volte).