A livello mondiale esiste un solo Paese capace di concentrare tutti gli aspetti della passione per il motorsport in un’unica fucina di eccellenze. Se si considera, infatti, la produzione dei veicoli di top brand noti a livello globale, la presenza sul territorio di circuiti storici tappe fisse per i principali campionati motoristici nonché la nascita di talenti sportivi, in particolare sulle due ruote, non si può non pensare all’Italia.
Un ecosistema, quello del motorsport italiano, che vale 5,4 miliardi di euro, sommando i ricavi delle aziende produttrici di veicoli sportivi e la spesa generata dal turismo legato ad eventi e musei. Si tratta di un segmento pari al 6% dell’intero sistema sportivo italiano (96 miliardi di euro): questo è quanto emerge dall’ultimo aggiornamento dell’Ufficio Studi di Banca Ifis all’Osservatorio sullo Sport System Italiano.
Il richiamo delle eccellenze italiano
Ferrari, Lamborghini, Maserati e Ducati: eccellenze dell’industria del Made in Italy, conosciute in tutto il mondo, che rappresentano uno status symbol incomparabile, sogno degli appassionati della velocità.
I produttori di veicoli sportivi vantano un peso specifico di rilievo nel fatturato complessivo delle aziende produttrici di beni per lo sport: pur costituendo solo il 10% delle circa 10 mila imprese produttrici contribuiscono al fatturato complessivo per il 30%, ossia un controvalore economico di 5,2 miliardi di euro.
In questo contesto, il valore in export generato dai love-brand italiani rappresenta un fattore di richiamo sui mercati internazionali. Ducati vanta un giro d’affari estero dell’83% con Stati Uniti, Germania e Francia quali bacini di maggior peso. Analizzando Ferrari, è la zona EMEA ad avere il maggior share, con il 53% degli introiti mentre, se si guarda al singolo Paese, sono gli USA, con il 22%, il principale mercato di Maranello. Anche le top car di casa Lamborghini viaggiano forte negli Stati Uniti, con il 31% dei ricavi, seguiti dalla Cina. Maserati, invece, concentra il 43% dei suoi introiti sul mercato asiatico, seguito dal Centro-Nord America.
Circuiti storici e turismo: connubio vincente
Gli autodromi nazionali si confermano tappe immancabili nei calendari dei massimi campionati motoristici mondiali e la partecipazione dal vivo a questi eventi rappresenta un traguardo che ogni appassionato vuole raggiungere almeno una volta nella vita. Non a caso, sia la Formula 1 che la MotoGp hanno previsto una doppia tappa in Italia per la stagione 2022, con Monza e Imola per le quattro ruote e Misano e il Mugello per le due.
La stagione sportiva in corso, infatti, complice il graduale ritorno alla normalità dopo gli anni di pandemia e la piena capienza per gli eventi sportivi, si sta riposizionando oltre i livelli pre-crisi. Per le competizioni del 2022 si stimano 272 milioni di euro di ricavi, contro i 233 milioni del 2019, in crescita del 17%. La previsione complessiva in termini di spettatori ammonta a circa 536 mila, capaci di generare una spesa media (complice anche l’aumento dei prezzi) di circa 507€ pro capite tra ticket e indotto (trasporti, hospitality, ristorazione, merchandising, shopping, ecc). Come nel 2019, il GP di Monza di Formula 1 si conferma il re dei gran premi nazionali in termini di ricavi con oltre 117 milioni di euro stimati per il 2022, pari al 43% del totale ricavi complessivi da GP.
I musei dell’auto, per una passione 365 giorni l’anno
Un contributo importante all’appeal del motorsport tricolore arriva anche dal patrimonio museale a cui si deve anche il merito di spalmare l’attrattività lungo tutto l’anno. I musei motoristici legati alla tradizione sportiva italiana – il Mauto, i Musei Ferrari e Lamborghini e il Museo Ducati – attraggono ogni anno quasi 1 milione di visitatori, con ricavi annui di poco inferiore ai 9 milioni di euro, in crescita del 4,5% nel 2022.
Con l’apporto del patrimonio museale, il giro d’affari generato dal “motor turismo” nel 2019 ha raggiunto 242 milioni di euro, pari al 3% della spesa totale generata dal turismo sportivo italiano, per un totale di 1,5 milioni di viaggiatori appassionati di motori nel corso dell’anno, pari al 5% del totale (32 milioni di presenze).
Il “motor turismo” ha recuperato velocemente: nel 2022 +16% rispetto ai ricavi pre-pandemia. L’opportunità potenziale per il comparto e i territori è però più elevata, grazie a una spesa media per la partecipazione ai Gran Premi del 97% superiore a quella generata da altri eventi sportivi e che sfrutta la propensione all’acquisto di servizi aggiuntivi.