Il sottosegretario al Ministero del lavoro e delle politiche sociali Claudio Durigon, è intervenuto alla trasmissione di Radio Uno Rai Giù la maschera per parlare dei problemi che attualmente occorre affrontare in Italia per migliorare le condizioni occupazionali, visto che il paese risulta essere terzo in Europa per disoccupazione, tra i peggiori anche per quanto riguarda i salari, più bassi rispetto alla media degli altri paesi e con un incremento quasi nullo negli anni rispetto al costo della vita e all’inflazione. Il tema discusso è quello sul rapporto tra giovani e lavoro, con le nuove generazioni che sembrerebbero volersi impegnare sempre meno, e lo dimostra l’aumento del numero dei “Neet” cioè i ragazzi che non studiano, non hanno adeguate qualifiche e non sono attivamente alla ricerca di un impiego.



Se da una parte bisognerebbe incrementare l’offerta generale, dall’altra sicuramente uno dei maggiori ostacoli è rappresentato dagli stipendi non sempre allineati alle condizioni di lavoro e all’uso indiscriminato di contratti atipici e precari da parte delle aziende. Claudio Durigon sostiene la necessità di un intervento sul welfare, tuttavia ribadisce che la soluzione non può essere l’introduzione del salario minimo.



Durigon “Salario minimo avrebbe effetti devastanti su stipendi mediani”

Claudio Durigon parla delle prossime intenzioni del governo per intervenire sulla diminuzione del tasso di disoccupazione e soprattutto sul problema del cosiddetto lavoro povero. Secondo il sottsegretario la contrattazione collettiva andrebbe sicuramente rivista, ma il salario minimo sostenuto dai sindacati è solo “demagogia“. Perchè le risposte vanno date aumentando l’offerta, l’introduzione di un aumento salariale con solgia stabilita avrebbe effetti devastanti su tutti gli altri stipendi mediani.



E afferma “Sono più di venti anni che manca una crescita del salario mediano, e bisogna dare risposte su questo punto, perchè è questo il motivo che spinge molti giovani ad andare a lavorare all’estero“. Negli altri paesi questa soluzione è stata adottata solo perchè non esiste un’alta percentuale di adesione ad una contrattazione collettiva come in Italia, per questo come sottolinea Durigon “Bisogna dare valore a quei contratti che non si rinnovano da anni, ad esempio quelli sanitari, di professionisti che hanno contribuito a salvare vite“.

Lavoro, Durigon “Bisogna aumentare offerta formativa e sostenere la contrattazione collettiva”

Il sottosegretario al Lavoro Durigon, confrontandosi sul tema del salario minimo sostiene l’esigenza di sostenere l’offerta della contrattazione, e sulle risposte di un aumento degli stipendi mediani afferma che il governo sta lavorando a nuovi incontri e tavoli di lavoro con i sindacati, anche se tra i principali interventi che a breve verranno messi in campo c’è già sicuramente un sostanziale incremento che avverrà grazie al taglio del cuneo fiscale. Infine un commento sull’urgenza di aumentare l’offerta di formazione, visto che “Il mondo del lavoro è cambiato, le mansioni, le esigenze e la stessa cultura sono cambiate“, e lo dimostra l’aumento significativo del numero delle dimissioni volontarie che ogni anno si registrano con maggiore frequenza.

E quindi, per garantire un’offerta basata sulle nuove competenze, e per soddisfare le esigenze di lavoratori ed imprese, dice Durigon “abbiamo potenziato la specificità della formazione“, insieme al fatto di voler implementare la funzionalità dei centri di orientamento, perchè un grave ritardo che bisogna correggere è proprio quello della coordinazione nazionale dell’incontro domanda offerta nei centri per l’impiego che è mancata a causa degli investimenti mai fatti sul campo da parte dei precedenti governi.