ITALIA VINCE GLI EUROPEI 2020: LA CONTRADDIZIONE INGLESE
L’Italia vince gli Europei 2020: è festa grande, una notta di trionfo che non vivevamo da 15 anni, il capolavoro di Roberto Mancini che, definito a più riprese “visionario”, in soli tre anni ha cambiato una nazionale fuori dal Mondiale in quella campione d’Europa. Oltre la Manica piangono: l’Inghilterra sperava di aver spezzato la maledizione dei rigori nel 2018 (battuta la Colombia agli ottavi) ma ancora una volta è caduta dal dischetto, una vera e propria maledizione. Non è bastato eliminare la nemesi Germania, né segnare al 2’ minuto della finale: sono arrivati i rigori, e Gareth Southgate ha rivissuto l’incubo di quel penalty sbagliato, a Wembley, nella semifinale di 25 anni fa. Tutto secondo la norma?
I quotidiani inglesi hanno celebrato i leoni, parlato di orgoglio e ringraziamenti: giustissimo e assolutamente meritato, ma se l’Italia vince gli Europei 2020 parte del “merito” va anche alla scelta di mandare in campo, al 120’ minuto, due giocatori che poi i rigori li hanno sbagliati. Marcus Rashford (palo) e Jadon Sancho (parato), due specialisti che sul più bello hanno tradito. Loro ci dovranno convivere a lungo (come Bukayo Saka), Southgate anche. Curiosamente, il CT si era arrabbiato perché Bjorn Kuipers aveva ritardato la doppia sostituzione: rischiava di non riuscire a mandare in campo i due di cui sopra, con il senno di poi non avesse avuto tempo per fare i campi avrebbe potuto festeggiare la vittoria degli Europei. Non lo sapremo mai, ma il forte dubbio adesso viene.
IL PRECEDENTE DI TIM KRUL
Agli occhi e alla mente dei più attenti, dopo che l’Italia si è laureata campione d’Europa, non sarà sfuggito un precedente: nel 2014, quarti del Mondiale, Louis Van Gaal mandò in campo Tim Krul all’ultimo secondo dei supplementari contro la Costa Rica, anche lui rischiando di non riuscire a operare il cambio e, all’epoca ce n’erano ovviamente ancora tre, tenendosi l’ultimo fino al termine. Krul era considerato più specialista sui rigori rispetto a Jasper Cillessen, assoluto titolare di quella nazionale orange: dissero che Van Gaal non sapeva quello che faceva, aveva ragione lui perchè Krul, che all’epoca giocava nel Newcastle, fu decisivo per mandare l’Olanda in semifinale. Aveva talmente ragione, Van Gaal, che quando con l’Argentina scelse di tenere sul terreno di gioco il suo titolare gli andò male: i quattro dell’Albiceleste segnarono i loro rigori, l’Olanda fu eliminata e si dovette accontentare del terzo posto, mancando quella che sarebbe stata la seconda finale consecutiva. All’epoca un Krul freddo e con 120 minuti di panchina fece il miracolo; Rashford e Sancho non l’hanno imitato, ma il punto focale della vicenda è che un portiere, male che vada, di responsabilità ne avrà sempre meno di un giocatore di movimento, perché da che mondo è mondo i rigori si sbagliano prima di essere parati, e un estremo difensore che non riesca a intercettarli non viene mai colpevolizzato più di un attaccante. In più Southgate, questo è forse il peccato più grande, per vincere gli Europei 2020 si è affidato a due talenti (per quanto rigoristi) che aveva snobbato nel corso del torneo.
GLI EUROPEI DI RASHFORD E SANCHO
Parlano i dati: Marcus Rashford agli Europei 2020 ha giocato un totale di 80 minuti. Rimasto in panchina negli ottavi e in semifinale e mai titolare (e questo ci può stare), gli è sempre stato preferito Saka e poi anche Jack Grealish. Idem come sopra per Sancho: 90 minuti contro l’Ucraina (quarti), ma nemmeno entrato per tre volte (ottavi e semifinale compresi) per un totale di 7 minuti nelle altre partite, addirittura in tribuna nella gara inaugurale contro la Croazia, con grande stupore da parte di tutta l’Inghilterra (e non solo) visto che proprio in quei giorni il Manchester United ne definiva l’acquisto – non ancora ufficiale – per circa 90 milioni di euro. Un signore che nel Borussia Dortmund, nel 2020-2021, ha contribuito al 46% dei gol della squadra tra reti e assist: mai davvero cavalcato, anzi dimenticato nei recessi bui della panchina, rispolverato nel momento dei rigori contando sulle sue statistiche dagli 11 metri. Pensateci: siete Rashford o Sancho, il CT non vi ha considerato se non per qualche timido e breve spezzone, improvvisamente dovete tirare un rigore decisivo per vincere gli Europei. Certo il campione si vede anche nella capacità di incidere in mezzo secondo, ma forse così era troppo. Troppo per due ragazzi che avrebbero dovuto portare un titolo atteso da 55 anni, risollevare una nazione calcistica, risultare glaciali dal dischetto contro una squadra – la nostra – in totale fiducia. Certo il calcio è crudele: avessero segnato, oggi verrebbero celebrati come eroi e Jorginho, quasi Pallone d’Oro per acclamazione popolare qualche giorno prima, sarebbe stato messo alla gogna (o comunque fortemente criticato). Il calcio è crudele, ma così funziona…