Col pretesto di recepire le norme dell’Oms contro le sigarette alternative, Dg Sante (Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare), guidata da Stella Kyriakides, aveva chiesto ai Paesi membri una delega in bianco per trasformare le scelte dell’Oms in legge europea, azzerando anni di lavoro del Parlamento europeo oltre che il potere di mediazione del Consiglio Ue. Il problema è legato anche al fatto che Dg Sante ha competenze ramificate, che spaziano dai farmaci all’agroalimentare. Tutti aspetti che non sono passati inosservati ai ministri europei, motivo per il quale in occasione del Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti, la delegazione guidata da Italia e rappresentata da Bulgaria, Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Slovacchia e Romania ha depositato una lettera congiunta per la Commissione Ue.
Nel documento, visionato dalla Verità, è scritto che le ambizioni dell’Ue ad assumere un ruolo di guida mondiale vengono ovviamente supportate, ma non si condivide la soluzione proposta dalla Commissione. Di fatto, viene smontata la posizione di Dg Sante, nella forma e nella sostanza. Secondo i sette Paesi membri, la Commissione Ue non ha fornito i dettagli della posizione da assumere. Inoltre, non si possono sostituire o anticipare le posizioni dei singoli Stati. «Questo per preservare le scelte politiche individuali», aggiunge il documento, «e soprattutto la divisione delle competenze giuridiche» alla base della struttura europea.
LETTERA ALLA COMMISSIONE UE DA ITALIA E ALTRI 6 PAESI
I sette Paesi sferrano un altro schiaffo alla Commissione europea, spiegando che il passaggio al consenso a maggioranza non significa bypassare le procedure legislative. Il documento in questione esprime contrarietà anche alle decisioni che la riunione dell’Oms potrebbe prospettare. Il blocco guidato dall’Italia ricorda che va portato avanti un lavoro che differenzia la pericolosità del tabacco tradizionale da quello di ultima generazione, inteso come e-cig e prodotti a non combustione, ciò che l’Oms praticamente vorrebbe azzerare, colpendo gli investimenti delle aziende.
Nella lettera alla Commissione Ue c’è anche un paragrafo in cui si chiede chiaramente di desistere dal tentativo di bypassare gli altri poteri europei. La replica non si è fatta attendere, ma nella nota la Commissione precisa solo di prendere atto delle critiche, senza però farle proprie. C’è comunque da aspettarsi una bufera a fine novembre, visto che il file allegato alle minute del Coreper termina così: «In merito la Commissione si riserva tutti i diritti».