«Stiamo lavorando in queste ore, c’è stata un’ulteriore interlocuzione col Cts, che ci ha consigliato qualche misura aggiuntiva. Dobbiamo evitare una terza ondata. Sicuramente faremo qualche intervento aggiuntivo», così ha spiegato il Presidente del Consiglio Conte nell’intervista (registrata) ad “Accordi e Disaccordi” sul Nove. Proprio per registrare il dialogo con Marco Travaglio e Andrea Scanzi il Capo del Governo ha interrotto il vertice-fiume a Palazzo Chigi con i capidelegazione durato tutto il pomeriggio: lo scontro prosegue e si “aggiornerà” tra stanotte e domani, quando poi il testo base del nuovo Dpcm “Natale” verrà consegnato alle Regioni per un ultimo confronto. L’Italia sarà in zona rossa ma si tratta sulle date: l’ultima “voce” di P. Chigi pervenuta alle redazioni riporta del lockdown duro “solo” nei festivi e prefestivi dal 24 dicembre al 3 gennaio. Questo significa, calendario alla mano, una zona rossa nei giorni: 25-25-26-27-31 dicembre, 1-2-3 gennaio (gli ultimi due sono un weekend), in tutto 8 giorni con gli italiani chiusi in casa per evitare quegli “assembramenti” tipici delle feste di Natale. In questo momento non avrebbero dunque raggiunto il pieno obiettivo i “rigoristi” all’interno del Governo, con lo scontro piuttosto acceso – racconta l’Adnkronos – tra Conte e il Pd (appoggiato da Speranza e Bonafede): «chiudere gli italiani in casa per due settimane consecutive una follia», avrebbero detto alcuni Ministri presenti alla riunione sospesa per poi essere ripresa probabilmente dopo cena. Conte, Italia Viva e parte del M5s sarebbero contrari al lockdown “no stop” dal 24 dicembre fino all’Epifania e per quello la possibilità di una zona rossa “altalenata” su festivi e prefestivi sta prendendo pieno. Sembra invece definitivamente abbandonata l’ipotesi di un’Italia in zona arancione perenne fino al 6 gennaio: al momento, infine, il weekend in arrivo (19-20 dicembre) non vedrà alcun confinamento, con la possibilità di spostarsi tra zone gialle.
DOMANI NUOVO VERTICE STATO-REGIONI, GOVERNO ANCORA DIVISO
«Il Governo ci ha rappresentato questa sua intenzione, riservandoci di dare dei chiarimenti circa cosa s’intenda per restrizioni ulteriori alla riunione di domani. È chiaro che soltanto dopo questa ulteriore specificazione ci potremo fare un’idea», così il Governatore della Regione Attilio Fontana a margine del Consiglio Regionale di questo pomeriggio, avvenuto in maniera parallela al lunghissimo confronto a Palazzo Chigi sul Dpcm tra Conte e i capidelegazione. «Tutti quanti abbiamo chiesto che ci sia da un lato la certezza dei ristori per tutte quelle categorie che dovessero essere colpite da questa ulteriore chiusura, dall’altro lato su quello che dovrà succedere nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, in modo che gli operatori e gli imprenditori possano programmare e progettare quello che sarà il proprio futuro», conclude Fontana, con Emiliano (Regione Puglia) invece più sulla linea di Boccia, Speranza e del Governatore veneto Zaia «visto che tra il 24 dicembre e il 7 gennaio c’è un rallentamento sostanziale della vita e quindi c’è rischio di aggregazioni non necessarie, ha pensato il Governo di dare un’ulteriore botta alla curva dei contagi mandando in rosso il Paese».
La linea maggioritaria nel Governo è per l’appunto un lockdown duro tra la Vigilia di Natale e l’Epifania, ma è tutt’altro che unito al suo interno: Conte, Italia Viva, parte del M5s, reputano troppo dura la misura di un nuovo Dpcm e starebbe cercando di mediare con il forte pressing di Boccia, Speranza e Franceschini che invece invoca la zona rossa nazionale sul “modello Germania” (che però prevede, a dire il vero, no divieti su spostamenti, Dad integrata e solo chiusura dei negozi, ndr). Secondo le fonti di “Repubblica” il Capo del governo «sarebbe contrario anche a misure che frenino l’esodo nel prossimo weekend, del 19-20 dicembre. E spera di evitare la zona rossa anche per lasciare aperti in negozi durante le feste». Il compromesso al momento in corso – e per nulla confermato – sarebbe un lockdown “rosso” i giorni festivi e arancioni i prefestivi (gialli i rimanenti): bisognerà attendere probabilmente la serata per la produzione di un testo di base, poi discusso domani mattina nel confronto serrato con le Regioni. Al momento il vertice a P. Chigi è sospeso e slittato a data da destinare, sintomo che la tensione tra le varie posizioni è molto alta.
GOVERNO VERSO NUOVO DPCM
D’accordo parte delle Regioni, d’accordo parte del Cts e d’accordo anche parte del Governo: non vi è un’unica strada indicata nelle ultime ore per le misure sul Natale ma la via “delineata” dall’ala più dura nella maggioranza giallorossa è quella di un lockdown duro dal 24 dicembre fino al 6 gennaio. Secondo fonti accreditate al Governo dell’Adnkronos, si va verso addirittura l’adozione di un nuovo Dpcm contenente tutte le nuove regole stringenti per il Natale: alcuni parlano di provvedimenti già in serata, mentre per il Corriere della Sera la bozza del testo che eventualmente partorirà la riunione iniziata alle 13 a Palazzo Chigi (presenti Conte, i Ministri direttamente coinvolti e i capidelegazione dei partiti, tranne Italia Viva) dovrà essere presentata ancora domani alle Regioni prima del consueto “annuncio nazionale” in conferenza stampa del Presidente Conte. Secondo le fonti di Adn, «Le misure sul Natale, ritenute ora insufficienti, erano state definite in un decreto ad hoc, che aveva affiancato l’ultimo Dpcm. Ora invece, visti forse anche i tempi stretti, il governo sarebbe più orientato all’adozione di un Dpcm ad hoc».
Si discute non solo sulla zona rossa fino all’Epifania ma anche sul weekend in arrivo: per Boccia, Speranza e Franceschini si dovrebbe chiudere già ora per impedire gli spostamenti ma la tensione con la restante parte del Governo è altissima e lo stesso Conte è alquanto dubbioso circa il chiudere dal 19 dicembre, lasciando invece preferibilmente aperti i confini per questi ultimi giorni. Enorme sarebbe poi il capitolo sui ristori da assegnare ai commercianti, bar, ristoranti che vivono ore di massima ansia per la possibilità di chiudere di nuovo non appena erano stati aperti in quasi tutta Italia.
GOVERNO: “LOCKDOWN DALLA VIGILIA FINO ALL’EPIFANIA”
Nella riunione con le Regioni, oltre ad approvare il piano vaccini per le prossime settimane, il Governo ha messo nero su bianco la proposta per il prossimo Dpcm: «Italia in zona rossa dal 24 dicembre al 7 gennaio per mettere il Paese in sicurezza». Così Boccia e Speranza invitano anche i territori ad accettare il pacchetto di misure sul lockdown nazionale, trovando l’appoggio immediato di Veneto, Lazio, Friuli, Marche e Molise. Secondo il Governatore Zaia «Nel periodo delle festività servono restrizioni massime, e se non le fa il governo le facciamo noi. La Germania è in lockdown e a gennaio è pronta a ripartire e se non chiudiamo tutto adesso ci ritroveremo a gennaio a ripartire con plateau troppo alto», avrebbe detto secondo il retroscena dell’Adnkronos. Nel frattempo si profila l’ennesimo scontro istituzionale interno al Governo: nella riunione con i capidelegazione convocata da Conte alle 12.30 a Palazzo Chigi, vertice atto a decidere le misure sul Natale, Italia Viva non parteciperà con nessun componente. «La ministra Bellanova è tutt’ora impegnata – come sanno da tempo sia il presidente Conte che i capidelegazione – in una missione a Bruxelles a tutela del Made in Italy agroalimentare e rientrerà in serata», fanno sapere le fonti renziane all’Ansa, «La posizione di Iv – ribadiscono – è chiara, ribadita nelle ultime ore anche da Renzi: sulle ulteriori misure da adottare il partito sosterrà lealmente la posizione del governo, purché si decida tempestivamente e si diano ai cittadini regole chiare». Al momento Conte è impegnato nel videocollegamento con la Commissione diritti umani del Senato, a seguire dovrebbe cominciare il vertice definito con il Governo.
ITALIA IN ZONA ROSSA A NATALE?
Che non sarà un Natale come gli altri anni lo si sapeva già da un po’, ma che cambino le regole a pochi giorni dalle Feste questo era meno preventivato: il Governo Conte sta valutando in queste ore se introdurre un nuovo Dpcm (o modificare il precedente, del 3 dicembre, ndr) per “colorare” l’Italia in zona rossa o arancione dal 24 dicembre fino al 6 gennaio prossimo. Il timore di una terza ondata e i pareri (non univoci) degli scienziati – assieme al parallelo lockdown lanciato da Angela Merkel da oggi in tutta la Germania per un mese – avrebbe fatto fare “giravolta” all’esecutivo, già impegnato nella complicata verifica di Governo per lo scontro Conte-Renzi: dal 21 dicembre sarebbe scattato il divieto di uscire dalle Regioni, ma dopo le ultime riunioni di questi giorni l’ipotesi di ampliare ulteriormente i divieti è diventata non solo concreta ma ormai prossima alla formalizzazione. Alle ore 12.30 è previsto l’incontro forse decisivo tra Conte e i capidelegaizone per normare la “stretta” per il Natale, mentre è ancora in corso la riunione tra il Ministro della Salute Roberto Speranza, il Commissario Domenico Arcuri e le Regioni per provare un accordo comune sulle nuove regole. La tensione è alle stelle, ma la linea maggioritaria resta quella “chiusurista” pronunciata ieri sera a DiMartedì dal Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia: «Dai prefestivi fino al 6-7 gennaio è più utile chiudere per tutti. Vogliamo chiudere il più possibile. Penso che sia molto responsabile anche da parte nostra essere conseguenti. A maggio eravamo arrivati allo 0.5 di indice contagio, di Rt, ma avendo avanti giugno luglio e agosto. Ora grazie alla misure già prese siamo su quella strada ma abbiamo di fronte gennaio, febbraio e marzo e dobbiamo essere responsabili. Dobbiamo sapere che dal 7 gennaio si riparte, ma si riparte mettendo in sicurezza le reti sanitarie il più possibile. Se non lo facciamo durante le feste di Natale, quando dobbiamo farlo…»
LE DUE IPOTESI
Dopo rumurs, retroscena e svariate “voci” da Palazzo Chigi, all’orizzonte restano due le ipotesi principali per il lockdown di Natale che attende gli italiani: l’ala rigorista chiede una zona rossa dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio e poi fino all’Epifania. In tutto 9 giorni di lockdown duro (come in primavera, ndr) per evitare cene e spostamenti da amici e parenti; la seconda ipotesi è invece “proposta” da M5s, Italia Viva e lo stesso Premier Giuseppe Conte, una zona arancione nazionale che impedisca l’uscita dalle Regioni (come era già previsto dal Dl Natale), chiuda bar e ristoranti nei giorni festivi ma che permetta comunque negozi aperti anche per dar senso alle misure da 5miliardi varate sul Cashback di Natale. Secondo il Corriere della Sera vi sarebbe anche una terza, più complicata ma esistente, ipotesi per i prossimi giorni: «colorare di arancione i giorni prefestivi e di rosso i festivi». Per parte del Cts, per l’ala rigorista in Cdm (Boccia, Speranza, Franceschini) e per la Ministra Lamorgese la scelta comunque migliore sarebbe il “modello Germania”, ovvero un lockdown totale dal 24 dicembre fino al 6 gennaio, con la mediazione del Presidente del Consiglio per consentire il ritorno in famiglia nel prossimo weekend (anche perché biglietti aerei e treni sono già stati venduti e sarebbe un caos economico e sociale impedirlo retroattivamente).
SCONTRO IN CTS, GOVERNO E REGIONI
Mai come in queste ore però le divisioni all’interno degli organi che gestiscono la pandemia in Italia si ritrovano divisi e dilaniati al proprio interno: così il Governo (M5s-Renzi contro Pd-LeU), così anche il Comitato Tecnico Scientifico che ieri nella riunione-fiume non è riuscita a trovare un accordo sostanziale proprio per lo scontro sull’inserire la parola “lockdown” nel parere finale. I tre direttori generali della Salute (Rezza, Urbani e Iachino) si erano rifiutati di firmare perché il Cts non fa cenno a zone rosse o arancioni, con lo scontro molto acceso avvenuto nella riunione (secondo l’Adnkronos e il CorSera) tra il “rigorista” Arcuri e l’”aperturista” Locatelli. Alla fine Agostino Miozzo, coordinatore Cts, spiega così la distanza nel Comitato: «Quattro componenti hanno ritenuto che la formulazione conclusiva non fosse aderente alle proprie posizioni. Riunione difficile e intensa, alla fine abbiamo raggiunto un punto d’incontro. […] è necessario inasprire le misure di controllo della pandemia. Lockdown totale? E’ un’indicazione che nessuno si è sentito di dare». Nel frattempo anche la distanza tra le Regioni e il Governo resta notevole (con riunione in corso dalle 9 di stamattina), con Toti, Zaia e Bonaccini che lamentano una mancanza di chiarezza nelle regole e un “metodo” non coerente rispetto a dati scientifici attuali: è di fatto la stessa posizione di Italia Viva che con Renzi ieri ribadiva «bisogna avere una posizione e mantenerla, non cambiarla ogni tre giorni dicendo “Chiusura!”, poi “No, ci si potrà muovere fra comuni!” ed infine “No, zona rossa in tutta Italia!”. Si decida una linea, la si spieghi e tutti insieme la si difenda ma senza zigzag». Nel frattempo in Parlamento oggi è stata presentata una mozione della maggioranza che permetta, in deroga al Decreto Natale, lo spostamenti tra piccoli Comuni (ma resta ancora da capire quali siano i limiti e i criteri scelti).