Aumenta ancora il – già alto – numero di italiani emigrati all’estero, di gran lunga superiore (almeno secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Istat) a quello dei rimpatri: se da un lato – infatti – l’istituto statico stima che nel solo 2022 hanno abbandonato il Bel Paese poco meno di 100mila persone; dall’altro si stima che ne siano rientrate circa 75mila dopo diversi mesi o anni trascorsi in un qualche paese estero.
Una sorta di emergenza – quella degli italiani emigrati all’estero – che si aggiunge e concorre al pesantissimo calo delle nascite, ma che al contempo non sembra riscuotere particolare interesse da parte della politica; fermo restando – peraltro – che a livello di nascite il gap tra il 2022 e il 2023 è stato di ‘soli’ (soprattutto se comparati ai 100mila italiani fuggiti) 14mila bebè in meno, mentre uno studio indipendente – che vedremo tra poche righe – stima che i dati raccolti dall’Istat sugli espatri siano in realtà da triplicare per ottenere l’effettivo numero.
Italiani emigrati dall’estero: nel 2022 boom di casi, in larga parte tra le regioni del Nord Italia
Senza divagare troppo, torniamo un attimo indietro al report dell’Istat, patendo subito dal notare che – sempre nel 2022 – a differenza di quanto accadeva in passato, è il Nord della penisola a guidare la ‘classifica’ degli italiani emigrati all’estero, con il Trentino che (in proporzione ai suoi abitanti) ha visto scappare circa 296 persone ogni 100mila, seguito a stretto giro dal Molise, dall’Abruzzo e da tutta la fascia settentrionale, tra Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli; ma è ancor più interessante il fatto che la seconda regione più popolosa – ovvero il Lazio – si piazza sul fondo della classifica con ‘soli’ 122 abitanti in meno ogni 100mila.
Tra questi circa 100mila ‘cervelli in fuga’ la stragrande maggioranza (ben il 72,4%) ha meno di quarant’anni, così come quattro su cinque hanno scelto una destinazione all’interno dei confini europei, quasi certamente per approfittare – da italiani emigrati all’estero – delle agevolazioni e della comodità dell’area Schengen. Tornano dalla classifica a cui accennavamo prima, circa un quinto degli espatriati ha abbandonato una delle città più grandi, con Milano in testa, seguita da Torino, Napoli e Roma.
Il dato sugli espatri è sottostimato: il report dello scorso anno della Fondazione nord est
Dati – insomma – che non fanno ben sperare per il futuro economico (e sociale) del nostro bel paese anche perché per 100mila italiani in fuga, solamente il 75% rientra, tenendo peraltro contro che in questi ultimi ce ne sono parecchi tra quelli che hanno lasciato l’Italia negli anni scorsi. Soffermandoci proprio su quest’ultimo punto, secondo l’Istat tra il 2011 e il 2021 gli italiani emigrati all’estero erano stati circa 377mila (tenendo solo conto della fascia d’età tra i 20 e i 34 anni); ma secondo lo studio indipendente che citavamo prima si tratterebbe di un dato ampiamente sottostimato.
La Fondazione nord est – infatti – lo scorso anno ha incrociato le stime dell’Istat e quelle degli altri istituti statistici europei, scoprendo che in realtà il numero di espatri in quel periodo era di circa 1,3 milioni: non si pensi (tuttavia) che l’errore dell’Istat sia volontario, perché la stessa Fondazione lo ritiene legato – piuttosto – alla modalità di raccolta dei dati che per il nostrano istituto statistico si basa solamente si quanti espatriati decidono di registrarsi all’Aire.