Tra gli italiani schedati dall’agenzia Alp come parte del network europeo dei Fratelli Musulmani c’è pure il vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada. Lo rivela un’inchiesta cui ha partecipato Domani col consorzio giornalistico Eic. Tremolada, dunque, è finito nella lista che gli investigatori privati da Ginevra hanno mandato ai servizi segreti degli Emirati Arabi Uniti, dove i Fratelli Musulmani sono considerati terroristi. Il vescovo di Brescia non si è scomposto, altri italiani schedati e associati ai Fratelli Musulmani, invece, si sono spaventati, infatti hanno chiesto al giornale di non riportare il loro nome nell’articolo. Ci sono leader religiosi della comunità islamica italiana, attivisti e giornalisti, politici, quasi tutti schierati per il centrosinistra. Tenendo conto anche di associazioni e società di capitali, si arriva a 136 soggetti i cui nomi sono arrivati al governo degli Emirati.



Il lavoro svolto dall’agenzia di intelligence che fa capo all’italo-svizzero Mario Brero nasce dalla necessità di monitorare il Qatar, in particolare gli alleati politici dell’emiro Al-Thani, i Fratelli Musulmani, organizzazione politica islamica avversata dagli Emirati e da molti governi di matrice musulmana. Nell’analisi sui Fratelli Musulmani in Europa trova spazio, dunque, anche l’Italia. Nel documento “Arnica – rapporto completo” si spiega che la prima presenza della Fratellanza nel nostro Paese risale al 1970 e che l’Unione delle comunità e delle organizzazioni islamiche (Ucoii), la principale associazione islamica italiana che gestisce circa 400 luoghi di culto, è vicina ai Fratelli Musulmani. Si scopre, ad esempio, che tra il 2013 e il 2016 ha ricevuto 25 milioni di euro dalla Qatar Charity per costruire 43 moschee in Italia.



DAL PD A GAD LERNER: I “SUPPORTERS” DEI FRATELLI MUSULMANI

Da qui si parte per tracciare le varie connessioni, arrivando ai cosiddetti “supporters”. Il report elenca come primo sostenitore il Pd, guidato all’epoca da Matteo Renzi. Vengono indicati alcuni consiglieri comunali musulmani eletti in Italia col centrosinistra. Ci sono anche due ex parlamentari dem, come Gennaro Migliore, all’epoca sottosegretario al ministero della Giustizia, che prende le distanze dai Fratelli Musulmani, ricordando il suo impegno contro essi. Sulla stessa linea Khalid Chaouqui. In effetti, basta aver incontrato il rappresentante di qualche associazione collegata all’Ucoii per finire catalogati nella rete dei Fratelli Musulmani in Europa. Come evidenziato dal Domani, nella lista c’è Gad Lerner, perché ha intervistato rappresentati dei Giovani Musulmani d’Italia e del Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano (Caim).



Ai Fratelli Musulmani sono state collegate decine di persone, molte delle quali fanno effettivamente parte della comunità musulmana in Italia. Davide Piccardo, ora segretario del Caim, è tra i più citati. Sul motivo per il quale nel report sono finite persone del tutto estranee alla fratellanza, Piccardo ha un’idea chiara e la spiega al Domani: «L’agenzia ha spinto e ampliato il novero dei potenziali target, così da spillare più soldi possibili al cliente. La figura centrale è stato Francesco Vidino, lui ha ideato il teorema: tutti coloro che si rifanno a un certo tipo di pensiero sono collegati alla fratellanza musulmana. Una sorta di maccartismo: si amplia al massimo la cerchia accomunata da ideali simili e li si mette tutti nello stesso sacco».