Il 31 maggio 2021 potrebbe diventare una data storica come il 3 gennaio 1954 quando iniziarono le regolari trasmissioni del servizio televisivo pubblico in Italia.
Da lunedì 31 maggio 2021, come annunciato da alcuni mesi, ha iniziato la sua attività ItsArt, una piattaforma di distribuzione di contenuti digitali, che ha però la caratteristica di essere promossa dal ministero della Cultura e l’ambizione di diffondere la cultura italiana in tutto il mondo, ricavandone anche degli utili.
Il primo a parlare di Netflix italiana è stato Luigi Di Maio nel 2018 quando, come ministro dello Sviluppo economico, auspicò investimenti per creare piattaforme mondiali per fornire alle istituzioni e alle imprese culturali italiane i mezzi per distribuire i prodotti della loro creatività e delle loro competenze tecnologiche oltre i ristretti confini dell’Italia.
Ma è stato il ministro della Cultura Dario Franceschini, nell’aprile del 2020, proprio in piena pandemia mentre cinema, teatri, musei erano chiusi, nel corso di una trasmissione condotta da Massimo Gramellini su Rai 3, a dichiarare che al ministero stavano ragionando sulla creazione di una piattaforma italiana che consentisse di offrire a tutto il mondo la cultura italiana a pagamento, una sorta di Netflix della cultura, che potesse servire in questa fase di emergenza per offrire i contenuti culturali con unʼaltra modalità. Tra l’altro Franceschini, molto coraggiosamente, perché si trattava di un’affermazione impopolare, ribadì di essere convinto che lʼofferta online sarebbe potuta continuare ed essere utile e gradita al pubblico, sia italiano che internazionale, anche dopo la fine della pandemia
A distanza di un anno bisogna dare atto che Franceschini, spesso criticabile per il trionfalismo di molte sue annunciate iniziative alle quali non seguono fatti concreti o risultati, questa volta non ha perso tempo. La Legge di bilancio 2020 ha stanziato 10 milioni di euro destinati a promuovere l’annunciata piattaforma con il supporto operativo della Cassa depositi e prestiti, una delle società pubbliche più antiche e solide del Paese, controllata dal Mef, famosa soprattutto perché amministra il risparmio postale degli italiani. La Cdp, nell’estate del 2020, ha individuato un partner tecnologico nella piattaforma Chili Tv e prima della fine dell’anno ha costituito la società per azioni ItsArt Spa, il cui marchio (sarebbe l’acronimo, “ovviamente” in inglese, di “Italy is Art”) era stato ideato e depositato mesi prima. La Cdp detiene il 51% delle quote e Chili il 49%. Il 31 maggio 2021, a solo un anno di distanza dalla dichiarazione del ministro dell’aprile 2020, quello che sembrava un semplice auspicio è divenuto realtà.
ItsArt è attiva in Italia e nel Regno Unito, in italiano e in inglese. Ci si collega al sito www.itsart.tv o si scarica l’apposita app e registrandosi gratuitamente si può accedere ai suoi contenuti con ogni tipo di dispositivo digitale. Entro la fine del 2021 è prevista l’estensione di ItsArt a tutta Europa e nel 2022 a tutto il mondo.
La grafica della piattaforma è gradevole e accattivante e ItsArt rende disponibili fin dal primo giorno già 700 contenuti che sono accessibili gratuitamente oppure con pubblicità (come Raiplay per intenderci) o a pagamento. Non sono previste, né annunciate, forme di abbonamento, come per la maggior parte delle piattaforme commerciali.
Attraverso un menu posto in alto a sinistra, accanto al logo, si accede al palinsesto che è suddiviso in tre sole sezioni: Palco, Luoghi, Storie.
Palco comprende gli spettacoli dal vivo prodotti dalle più prestigiose istituzioni culturali italiane, la Scala di Milano, il Regio di Torino, l’Opera di Roma, l’Accademia di Santa Cecilia, il Teatro Franco Parenti di Milano, quindi performance teatrali, opere, concerti, balletti, eventi, festival, insomma spettacoli dal vivo, alcuni dei quali sarebbero in esclusiva per ItsArt. È già possibile acquistare il biglietto virtuale per assistere da oggi, e poi per sei mesi, a Questa storia che è la mia, il concerto spettacolo totale di Claudio Baglioni dal Teatro dell’Opera di Roma. Sono già annunciati per il 5 giugno La forza del destino e per il 21 giugno un concerto sinfonico del Maggio musicale fiorentino, diretti dal maestro Zubin Mehta. Molto interessanti e originali sono le proposte di spettacoli teatrali già disponibili, in gran parte gratuitamente.
Luoghi è invece la via per accedere a contenuti relativi a musei, chiese, città, biblioteche, aree archeologiche, oasi naturalistiche. Tra i contenuti disponibili ci sono già il Museo egizio di Torino, il Mann-Museo Archelogico Nazionale di Napoli, la Gnamc-Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, il sito archeologico di Pompei. I contenuti sono visite virtuali, documentari, cortometraggi, concerti e spettacoli organizzati all’interno delle istituzioni culturali.
Storie presenta narrazioni dedicate a comunità, avvenimenti, personalità e temi legati alle arti, alle scienze, e alle tradizioni locali e per ora contiene documentari e raccolte di film di autori italiani famosi e di nuovi talenti, documentari sul cinema italiano, raccolte di film italiani premiati.
Da un primo esame si può dire che ItsArt si presenta bene, ha però un’offerta piuttosto scarsa, e dei prezzi elevati (il concerto di Baglioni costa quasi 13 euro, noleggiare o acquistare Roma città aperta costa quasi 3 e 10 euro), ma la sua realizzazione ed esistenza si può considerare un miracolo.
Certo la mission di ItsArt, proclamata nei comunicati stampa, è ambiziosa: Lavoriamo per diventare la principale piattaforma digitale nella distribuzione live e on demand di contenuti rappresentativi della cultura italiana.
Purtroppo è ancora vivo il ricordo del Portale Italia, iniziativa per promuovere il Bel Paese nel mondo, fallita clamorosamente e che si ricorda per la presentazione, in un improbabile inglese, dell’allora ministro della Cultura Francesco Rutelli, oggi presidente dell’Anica (l’Associazione delle imprese cinematografiche e audiovisive). La performance di Ruteli,«Pliz, visit di uebsait, visit auar cauntri», è ancora oggi uno dei filmati di maggior successo su YouTube.
E citiamo anche il fallimento di un altro esperimento di piattaforma digitale per la distribuzione del cinema in streaming sostenuto dal Ministero della Cultura. Si tratta di Onde (acronimo ricavato da AnicaONDEmand), progetto lanciato nel 2012 dall’associazione dei produttori e distributori, allora presieduta da Riccardo Tozzi, prima dell’arrivo in Italia di Netflix, nel 2015, e che, pur non avendo concorrenti, senza alcuna promozione è fallita fin dall’inizio, al punto che praticamente nessuno se ne ricorda.
Nonostante questi precedenti negativi è indubbio che ItsArt potrebbe essere un veicolo potentissimo per la diffusione della cultura italiana nel mondo. Se il ministero della Cultura riuscisse veramente a renderlo il punto di riferimento e di accesso per gli italiani e gli stranieri a tutti i prodotti delle migliaia di istituzioni e imprese culturali che sostiene, finanzia e, in certi casi, controlla, facendo in modo che trovino conveniente avvalersi di ItsArt. Purtroppo si ha l’impressione che finora ci si è accontentati di avere una buona idea, e invece di coltivarla come si deve, con fatica e con passione, ci si è limitati a piantarla nel campo dei miracoli del web aspettando che cresca da solo l’albero degli zecchini.
Come molti critici sostengono, la mission di ItsArt sembra un compito eccessivo per una società che dispone di poche decine di milioni di euro di capitale e che vede riuniti un gigante come la Cassa depositi e prestiti (risorse gestite ogni anno per 34 miliardi di euro e utili di 3,4 miliardi) e Chili, certo non la più importante delle piattaforme commerciali, che finora dalla sua fondazione non ha mai avuto un bilancio in attivo. Perché, ci si chiede, il partner della Cdp non è la Rai che sarebbe, per missione istituzionale e grazie a Raiplay che ha già venti milioni di utenti, la Netflix della cultura italiana? E non è paradossale che proprio il ministero della Cultura, in un momento di grave difficoltà delle sale cinematografiche e di tutte le forme di spettacolo dal vivo, promuova una piattaforma per lo streaming?
Il vero problema è che questa e altre iniziative in materia di cultura, cinema e spettacolo vengono prese senza nessuna analisi di scenario e senza nessun piano strategico di lungo periodo. L’Ufficio studi e l’Osservatorio dello spettacolo del ministero della Cultura non vengono utilizzati o consultati e ci si limita all’improvvisazione, alla trovata all’italiana, che solo casualmente può portare ai risultati sperati.
Per ora prendiamo atto che ItsArt è partita e dell’affermazione del ministro Dario Franceschini il quale, replicando alle critiche alla promozione dello streaming, ha dichiarato che ItsArt è un palcoscenico virtuale che si aggiunge a quello reale per moltiplicare il pubblico, nella consapevolezza che la fruizione digitale non potrà mai sostituirsi a quella dal vivo.
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