Dopo che il tema è tornato di strettissima attualità in seguito alle proposte di Laura Boldrini ed Enrico Letta, sorgono novità in merito allo Ius culturae – la proposta di legge che concederebbe cittadinanza italiana tramite un diritto legato all’istruzione e al ciclo scolastico. Questa mattina la Commissione Affari costituzionali della Camera ha ripreso formalmente l’esame del ddl, iniziato il 24 ottobre 2018 e subito sospeso: lo ha annunciato il presidente stesso della Commissione, Giuseppe Brescia, dopo aver assunto in persona l’incarico di relatore che fu di Roberto Speranza, oggi Ministro della Salute. Nei prossimi giorni l’esame sul testo di legge dello Ius culturae riprenderà con le audizioni dell’Unicef e dell’Anci; «su materia analoga a quella oggetto della proposta di legge già in esame, è stata assegnata alla I Commissione la proposta di legge C. 717 Polverini (FI) e che è stata altresì annunciata la proposta di legge C. 920 Orfini (PD), tuttavia non ancora assegnata alla Commissione. Pertanto la proposta di legge C. 717 può essere fin da oggi abbinata alla proposta di legge C. 105 (a prima firma Boldrini ndr) mentre la proposta di legge C. 920 sarà abbinata non appena assegnata alla Commissione», ha spiegato ancora in Commissione stamani Giuseppe Brescia. Da ultimo, il Presidente ha poi spiegato «la sola comunicazione della sostituzione del relatore, con la conseguente ripresa dei lavori della Commissione del ddl sullo ius culturae, ha suscitato nell’opinione pubblica un dibattito sociale, ancor prima che politico, molto forte. Un dibattito fatto anche di storie di speranza, come quelle che ho potuto leggere da diverse lettere che mi sono arrivate in questi giorni».



IUS CULTURAE, IRA CENTRODESTRA CONTRO IL GOVERNO

Secondo Brescia la speranza è che le istanze del Paese possano ora arrivare anche in Parlamento con il proseguimento delle discussioni in merito allo Ius culturae (dato che lo Ius soli sembra ad oggi materia ben poco percorribile a livello istituzionale, ndr): «diversi giovani che vivono in Italia chiedono di diventare italiani emergono un forte senso di appartenenza alla nostra comunità e una domanda di concretezza e di giustizia che chiama in causa la Commissione e questo Parlamento. Mi auguro che a queste legittime istanze sapremo dare con convinzione risposte di buonsenso», ha concluso il Presidente della Commissione Affari Costituzionali intervenendo in aula. Su tale materia, il Movimento 5 Stelle fa sapere – tramite la deputata Vittoria Baldino – «Lo ius culturae non era nel nostro programma di governo quindi è giusto che su un tema così delicato sentiamo gli iscritti sulla piattaforma Rousseau. Pe il M5s non è da considerarsi una priorità». Intanto il Centrodestra è nel subbuglio: Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia hanno cominciato una raccolta firma contro lo Ius culturae «La cittadinanza non si regala. No alla legge Boldrini. Firma anche tu per dire no allo ius soli». Contraria anche la Lega di Salvini e parte di Forza Italia, mentre esplode il caso Polverini: le proposte di legge ad oggi sono infatti tre, quella a firma di Laura Boldrini, quella del Pd Matteo Orfini e anche quella di Renata Polverini, forzista. Da oggi però si è autosospesa dal partito per lo scontro dirimente proprio lo Ius culturae: «in Commissione Affari Costituzionali, ho subito un grave atto di ostruzionismo da parte del capogruppo di Forza Italia Sisto che non ha consentito […] l’abbinamento d’ufficio, come sempre accaduto, della mia proposta di legge sullo ius-culturae a quella dell’onorevole Boldrini sullo ius-soli». Ancora la Polverini prosegue nella protesta, «è la prima volta che accade una cosa simile ed è del tutto evidente che siamo di fronte al tentativo di affossare una legge che, invece, in questi giorni ha raccolto il consenso di altri autorevoli parlamentari del partito e non solo. A questo punto – concluda la nota di Renata Polverini – ritengo di dovermi autosospendere dal gruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati anche per avviare una serena riflessione sulla possibilità di continuare le battaglie che hanno sempre caratterizzato la mia attività politica e professionale in un partito che sembra aver smarrito lo spirito liberale e riformista delle origini».

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