Ius scholae nella riforma della cittadinanza, il Pd propone di far valere anche gli anni delle scuole di infanzia nei 5 previsti in totale per acquisire dai bambini il diritto a diventare a tutti gli effetti cittadini italiani. Come conferma l’Ansa, che ha pubblicato un estratto del testo della bozza di legge firmata dalla deputata Ouidad Bakkali, depositata ieri alla Camera: “Lo Ius scholae è previsto per i bambini che hanno fatto ingresso in Italia entro i 12 anni e che abbiano frequentato la scuola per 5 anni“, e lo Ius soli, dopo un anno di residenza legale di uno dei due genitori in territorio italiano. Se venissero approvate queste regole previste dal provvedimento, l’Italia risulterebbe in linea con le leggi attualmente in vigore nel resto d’Europa, facendo di fatto scendere il periodo richiesto di frequenza scolastica da 10 a 5.



La stessa Bakkali aveva commentato l’ipotesi dichiarando di aver acquisito la cittadinanza solo all’età di 23 anni, a causa delle misure attualmente previste dal governo, aggiungendo: “Se ci fosse stato lo ius scholae sarei arrivata molto prima“. Il parlamento quindi si prepara ora a discutere la proposta, mentre sul sito del Ministero della Giustizia sono stati riscontrati problemi per un blocco dovuto ai troppi tentativi di accesso sulla piattaforma istituita per raccogliere le firme.



Riforma cittadinanza, Ius scholae proposta Pd: “Dopo 5 anni di scuola compreso l’asilo i bambini possono diventare italiani”

Riforma cittadinanza, presentata la proposta del Pd per lo Ius scholae, che riduce gli anni di frequenza scolastica per i bambini che intendono ottenere il diritto a diventare cittadini italiani da 10 a 5. Nel testo della legge firmata dalla deputata Bakkali infatti, viene specificato che nel periodo totale va conteggiato anche l’asilo nel computo dei 5 anni, al termine dei quali si potrà avviare l’iter burocratico della domanda.

Prosegue nel frattempo anche il dibattito politico in merito all’ipotesi, tra nuovi sostenitori dello Ius scholae che hanno annunciato la loro firma al referendum, che ha già ottenuto più di 300mila adesioni tra cui Matteo Renzi, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, e i critici della riforma come il vicesegretario della Lega Andrea Crippa che ha commentato: “La sinistra pensa solo ai diritti degli stranieri ma mai ai doveri, se fosse per loro l’Italia dovrebbe essere il campo profughi del mondo“. Il quotidiano Avvenire ha anche riportato i dati relativi agli stranieri attualmente iscritti alle scuole italiane, i numeri sono aumentati e gli studenti non italiani sono in totale 864.425 mila, di cui 107.212 nelle scuole per l’infanzia. In base alle statistiche ministeriali la maggior parte dei bambini stranieri si trova in Lombardia, per il 25% e frequenta la scuola elementare.