Si è concluso con un patteggiamento il processo sulla scomparsa della piccola Iuschra Gazi, la 12enne bengalese affetta da autismo e sparita nel nulla il 19 luglio di due anni fa durante una gita tra i monti bresciani. La piccola fece perdere le tracce a Serle, sull’Altopiano di Cariadeghe e nonostante alcuni avvistamenti le ricerche non portarono mai a nulla di concreto. A finire in un’aula di tribunale fu Roberta Ratti, educatrice della Fobap – Fondazione bresciana assistenza psicodisabili, nonché organizzatrice della gita alla quale presero parte altri ragazzini con disabilità. La donna, come riferisce Giornale di Brescia, oggi ha patteggiato una pena di otto mesi per omicidio colposo. Il patteggiamento, da quello che si apprende, sarebbe stato accolto dalla famiglia di Iuschra dopo aver ottenuto un maxi risarcimento dall’assicurazione della Fobap. L’imputata oggi non era presente in aula e in chiusura di processo non era presente neppure il padre della bambina che nei mesi scorsi aveva lanciato numerosi appelli e richieste di aiuto. L’uomo, sebbene non fosse più parte civile nel processo, aveva sempre voluto essere presente in occasione delle precedenti udienze.
IUSCHRA GAZI, BIMBA AUTISTICA SCOMPARSA: 8 ANNI A EDUCATRICE
Era il 19 luglio di due anni fa quando della piccola Iuschra Gazi, bambina autistica, si persero le tracce durante una gita a Serle, in provincia di Brescia. Le ricerche partirono prontamente ma della bambina non fu mai trovata alcuna traccia. nel corso delle operazioni di ricerca intervennero speleologi e cani molecolari ma furono impiegati anche droni ed elicotteri senza nessun esito positivo. Le indagini sulla sparizione di Iuschra Gazi si chiusero quasi subito, a circa 7 mesi dalla drammatica vicenda da parte della procura di Brescia che sentenziò: “Iuschra è morta”. Nell’inchiesta per omicidio colposo la sola indagata fu proprio l’educatrice che poi finì a processo e che secondo la procura fu anche l’ultima persona ad aver visto la bambina correre verso il bosco dove, tra grotte ed alberi fece perdere le tracce. Da allora molte trasmissioni si occuparono del caso accogliendo l’appello disperato del padre, sempre in prima linea affinché venissero fornite notizie rassicuranti sulla sua bambina ma che però, purtroppo, non giunsero mai.