Il Tribunale Ue dal 1 ottobre sarà competente per Iva e accise ma anche in altre specifiche materie per effetto delle modifiche allo statuto della Corte di Giustizia imposte dal regolamento (Ue Euratom) 2024/2019 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 aprile 2024, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il 12 agosto 2024. Come spiega il quotidiano dell’Agenzia Entrate FiscoOggi, il trasferimento delle competenze è stato giustificato dall’Ue come una riduzione dell’ enorme numero di domande di pronuncia pregiudiziale di cui la Corte è attualmente investita, pertanto, visto anche il grande numero di questioni proposte, soprattutto per quanto riguarda il regime di imposta sul valore aggiunto, si trasferisce al Tribunale “la competenza a trattare le questioni pregiudiziali sottoposte ai sensi dell’articolo 267 Tfue in materie specifiche“.



Per quanto riguarda la Corte di Giustizia, questa manterrà le competenze sulle pronunce pregiudiziali, cioè tutte quelle domande relative a problematiche indipendenti dai principi generali del diritto, primario, pubblico o interno all’Ue. Per queste questioni la Corte manterrà la competenza esclusiva anche se riguarderanno le materie specifiche assegnate al Tribunale.



Tribunale Ue, nuove competenze dal 1 ottobre, la Corte di Giustizia trasferirà tutte le domande relative a: Iva, accise, codice doganale e quote CO2

La Corte di Giustizia, a partire dal 1 ottobre, trasferirà nuove materie specifiche al Tribunale Ue, che diventerà organo competente per trattare le pronunce pregiudiziali in vari ambiti. Tra questi soprattutto le questioni relative alle accise e all’Iva, perchè come specificato dal nuovo statuto, è la materia che più frequentemente viene proposta a causa delle richieste di intervento che ora sono di competenza della Corte, per l’applicazione del regime di imposta nazionale in modo conforme al regolamento dell’Unione Europea.



Oltre al sistema comune Iva e diritti di accise, il Tribunale Ue potrà pronunciarsi anche su: codice doganale, classificazione tariffaria delle merci nella nomenclatura combinata, assistenza dei passeggeri in caso di negato imbarco, ritardo o cancellazione di servizi di trasporto con relativi diritti di compensazione e sistema di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra per la riduzione della CO2. Da ottobre quindi qualsiasi domanda relativa a questi ambiti sarà trasmessa direttamente dalla Corte al Tribunale Ue che poi le tratterà secondo il regolamento previsto.