Le tasse sulla pillola sono più alte di quelle sul viagra. In Austria, i Verdi domandano a gran voce l’esenzione dall’IVA dei contraccettivi a lungo termine. Questa esenzione era stata attiva dal 2006 al 2014 e riguardava contraccettivi quali la spirale e gli impianti ormonali, ma in seguito il decreto era stato ritirato e i dispositivi IUD come la spirale erano stati considerati come trattamenti medici soltanto se avessero perseguito un obiettivo terapeutico.
Il Ministro delle Finanze Magnus Brunner (ÖVP) dovrebbe intervenire il più rapidamente possibile, domandando ai partner di coalizione di presentare un’interrogazione parlamentare. L’Austria è infatti uno dei pochi Paesi europei che non copre con l’assicurazione sanitaria né contraccettivi né aborti, né rimborsa in altro modo i costi di queste procedure, come hanno denunciato i Verdi. Tra le pagine del Die Presse Meri Disoski, portavoce del Partito Verde per le questioni femminili, sottolinea inoltre come molti studi abbiano già dimostrato che le donne in scarsità economica non ricorrono a metodi contraccettivi, oppure si vedono costrette a preferire metodi meno onerosi ma anche meno sicuri per la loro salute. In Austria, il 78% della popolazione femminile tra i 16 e i 49 anni ricorre alla contraccezione, il 34% con la pillola e il 10% con lo IUD. Il problema principale individuato dai Verdi è che farmaci come il viagra sono classificati come medicinali e sono quindi soggetti all’aliquota ridotta del 10%, che invece non si applica alla pillola contraccettiva e ai farmaci abortivi, tassati invece al 20%.
Contraccettivi femminili, Verdi chiedono IVA ridotta come sul viagra: “mondo fatto da uomini”
IVA ridotta sul viagra ma non sulla pillola e sui contraccettivi femminili. La denuncia dei Verdi in Austria sottolinea una forte disparità di trattamento in quanto tutti questi farmaci rientrano nell’ambito della salute riproduttiva e della pianificazione familiare. Considerato poi che nel Paese l’inseminazione artificiale è deducibile dalle tasse, ma non l’aborto. “Il nostro mondo è fatto dagli uomini per gli uomini, anche nella politica fiscale“, afferma Disoski tra le pagine del Die Presse.
Incalzata dal quotidiano, il ministro per gli Affari femminili Susanne Raab (ÖVP) non ha voluto rilasciare dichiarazioni sulla questione, mentre il suo partito – Partito Popolare Austriaco – ha dichiarato che i Verdi non avevano espresso intenzione di affrontare questi argomenti nel corso di un’interrogazione parlamentare. Intanto l’opposizione, in particolare i Neos, domandano una contraccezione gratuita almeno fino ai 18 anni.