Iva Zanicchi è una delle artiste di maggior successo della musica italiana. L’Aquila di Ligonchio, chiamata così dal paesino di origine ha infranto record su record diventando una delle cantanti donne più amate dal pubblico, ma non dimentica le difficoltà incontrate nell’affermarsi in un mondo prettamente maschilista. “Se riguardo indietro vedo i passi in avanti che sono stati fatti. Ma le donne ne devono farne ancora altri, imparando a sostenersi vicendevolmente, a credere in se stesse, nelle loro qualità. Il mondo ne guadagnerebbe di sicuro” ha dichiarato la cantante e conduttrice dalla pagine de Il Messaggero (data 15 agosto 2020) condividendo con i lettori una serie di riflessioni sul ruolo delle donne e di come tanti siano i passi da fare per arrivare alla cosiddetta parità di sessi. Da sempre il ruolo della donna è visto come quello di “mamme e procreatrici”, anche se la Zanicchi ha precisato: “il fatto che le donne debbano partorire e abbiano il ciclo non significa che debbano essere penalizzate. La donna deve imporsi, fare rete e potrà fare qualsiasi cosa, in qualsiasi campo, dalla medicina, alla politica…”. All’età di 80 anni la Zanicchi è ancora oggi grintosa e carica come non mai. Una carriera straordinaria per l’Aquila di Ligonchio che può vantare su un record di cui pochissimi sono a conoscenza: il brano “Fiume Amore” ha venduto più di 1 milione di copie.



Iva Zanicchi canzoni: “Fiume Amaro superò il milione di copie”

Un primato importantissimo per una donna che Iva Zanicchi ha ricordato così: “Fiume Amaro superò il milione. Erano pochissime le donne che raggiungevano quelle tirature. Ricordo che gli stessi risultati li fecero Rita Pavone, Celentano, Little Tony, Bobby Solo. Un milione era tantissimo; difficilissimo da raggiungere all’epoca. A questo si aggiungevano compensi inferiori sia per gli spettacoli e che per i concerti”. La cantante parlando proprio del mondo della musica ha rivelato di essere stata pagata di meno rispetto agli uomini: “è si trattava di lavorare il doppio dei colleghi, fare più fatica”. Una storia che non è passata di moda come ricorda la Zanicchi: “la storia purtroppo si ripete ancora oggi. Mi viene in mente quando la Clerici, nel 2010, arrivò a condurre Sanremo. Quante polemiche. Sanremo è sempre stato un terreno di appannaggio tradizionalmente maschile”. Non solo, a sorpresa la cantante di “Zingara” ha rivelato anche di essere stata vittima di ricatti sessuali: “il mio biglietto da visita è sempre stata la voce. Ricordo una volta che facevo un concorso a Castrocaro. Arrivavo dalla montagna, dal mio piccolo paese, avevo un fisico imponente e non passavo inosservata. Un manager molto importante dell’epoca mi convocò nel suo ufficio dicendo che voleva parlarmi. Vuoi vincere Iva? Perché se vuoi davvero arrivare prima dovresti essere più spontanea, più carina, così come sei sei troppo campagnola, mi disse. Poi allungò le mani. Io girai i tacchi di corsa e me ne andai indignata”.



Iva Zanicchi: “mai sottostare ai ricatti”

Una reazione che Iva Zanicchi rifarebbe anche oggi: “penso che non si debba mai sottostare ai ricatti. Specie se si hanno delle qualità. Certo, mi è costato più fatica andare avanti, ma sapevo di avere delle doti, ci credevo e ho avuto ragione. E lo dico a tutte le ragazze che hanno doti, credete in voi stesse. Non fatevi intimidire”. Parlando proprio del ruolo degli uomini e donne, la cantante ha precisato: “la parità assoluta è una aspirazione sacrosanta. In Italia siamo indietro, anzi per dirla tutta siamo fanalini di coda della Europa. Mi riferisco a tante statistiche sul gender gap che periodicamente vengono pubblicate e misurano, secondo determinati criteri, l’inclusività del mondo femminile. Le donne a parità di funzioni, soprattutto nel settore privato, guadagnano meno di un uomo. Una cosa obbrobriosa. E poi quanti preconcetti…”. Tra i suoi desideri c’è proprio quello di raggiungerà la tanto desiderata parità e perchè no vedere una donna al Quirinale: “bisogna cambiare cultura. E poi penso che i tempi siano abbondantemente maturi per avere una Presidente della Repubblica”.

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