Hanno fatto il giro del web le immagini della movida di numerose città italiane, da Milano a Napoli, passando per Perugia, Brescia e Padova. Scene di assembramenti, la maggior parte dei quali di gente senza mascherine, che hanno indignato molte persone, a cominciare da vip come deejay Linus, Jerry Calà e molti altri. Fra coloro che più hanno storto il naso nel vedere le immagini degli scorsi giorni, anche Iva Zanicchi, che intervistata dall’agenzia Adnkronos, non usa, come il suo solito, troppi giri di parole: “Possono bere lo spritz e ballare in casa – afferma irritata – ma per favore!”. Quindi l’affondo: “Se mi trovassi di fronte a quei ragazzetti di 15 anni, seduti tutti inseme senza mascherina a bere birra e a fumare, cercherei di svergognarli, li prenderei a calci in culo e li manderei a casa”. Il volto noto della tv punta quindi il dito anche nei confronti dei genitori dei giovani: “Quello che mi meraviglia – prosegue – è che questi ragazzi per un periodo saranno stati a casa, avranno visto la televisione, avranno ascoltato quanti migliaia di morti ci sono stati, anche tra i medici e gli infermieri. O no? E allora mi domando: ma i genitori come li hanno allevati? Non possono dire: “è maggiorenne fa come vuole”. No”.



IVA ZANICCHI, SFOGO POST-MOVIDA: “SE TORNIAMO AL LOCKDOWN LA GENTE MORIRA’ DI FAME”

Da settimane ormai gli scienziati e le autorità ci stanno mettendo in guardia circa il possibile ritorno di un forte contagio, e un conseguente nuovo lockdown, una prospettiva che sembra terrorizzare la Zanicchi, e che andrebbe ad incidere in maniera importante, forse letale, sull’economia del paese: “Non si può tornare al lockdown – spiega ancora l’Aquila di Ligonchio all’Adnkronos – perché questo significherebbe far morire di fame la gente. Non ci resta che pregare. Se fossi un sindaco di un paese mi strapperei i capelli. O capiscono che in Regioni come ad esempio la Lombardia l’emergenza ancora è alta o è la fine”. A causa degli assembramenti delle scorse sere, numerosi sindaci e governatori sono corsi ai ripari, con l’imposizione di un coprifuoco in quel di Brescia e Perugia, mentre il primo cittadino di Milano, Beppe Sala, ha vietato la vendita di bevande alcoliche dalle ore 19:00 nei bar e nei negozi di quartiere.

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