Che il Covid abbia stravolto tutto, è fuor di dubbio. Comprese le dinamiche delle emozioni, e tutto ciò che attorno a esse ruota.

Anche l’amore, le sue modalità, i suoi sviluppi escono profondamente modificati nonché rideterminati dal pressing compressivo esercitato dai passati lockdown conditi con ansie, paure e incertezza crescente nel domani. Anche quando tutto, apparentemente, può sembrare andar bene.



E, spesso e volentieri, a farne le spese sono anche i cuori più sinceri e sicuri. Messi alla prova dall’impossibilità di vivere tutta la normalità di luoghi, spazi e situazioni che l’intimo film di un rapporto a due naturalmente comporta.

‘Sola’, cortometraggio d’esordio ideato e diretto da Ivan Bentivoglio, 24 anni, giovane regista e filmmaker torinese, è stato selezionato in due importanti vetrine del settore: il ‘Supercortofilmfestival’ di Rocca Priora, in provincia di Roma, ove verrà proiettato la sera del 26 agosto. E il ‘Varese International Film Festival’, per l’edizione prevista ai primi di aprile 2022.



L’opera prima, interpretata dalla coppia di attori piemontesi Silvia Barattini e Francesco Savarino, affronta in maniera inedita il tema di un amore fra le mura domestiche divenuto violento e ossessivo al tempo del Coronavirus.

Sono felice per il risultato raggiunto, che è già un prezioso inizio. Cinema e sentimenti costituiscono i pilastri del mio vivere”, ha dichiarato all’agenzia di stampa Ansa Ivan Bentivoglio, anche polistrumentista e coautore di ‘Centomila Volte, brano vincitore di ‘Sanremo Giovani 2018’ portato al successo da Einar, talento di ‘Amici’ di Maria de Filippi.



Aver provato – conclude il regista – ad accendere in maniera nuova i riflettori su un argomento delicato, attuale, ma sempre in continua evoluzione come quello del rispetto reciproco in amore, è una partita avvincente da giocare optando per un linguaggio immediato e coinvolgente, capace di garantire centralità al valore dell’ascolto come forma di prevenzione del disagio”.

Certamente la pandemia si qualifica, oltre che come evento traumatico, anche quale occasione di ampliamento, rinnovo e amplificazione degli stimoli multisensoriali legati alla nuova produzione di forme d’arte”, sottolinea invece Maurizio Scandurra, giornalista radiotelevisivo e saggista altresì attento appassionato e studioso delle dinamiche dei fenomeni psicosociali del cambiamento in atto, con particolare attenzione agli aspetti e le tematiche di natura criminologica.

La proliferazione di esigenze emotive inedite, la sublimazione, anche in negativo, di pulsioni ataviche come la paura, l’ansia, la cattiva gestione del rancore sono tutti elementi che qualificano a un occhio attento la breve ma intensa riflessione cinematografica di Ivan Bentivoglio quale strumento d’indagine attento e privilegiato nel rappresentare, con estrema sintesi e altrettanto efficace immediatezza, la via maestra d’accesso a tutta una molteplicità di aspetto introspettivi che il Covid-19 ha portato in emersione. E che, pertanto, necessitano di essere indagati con la giusta misura e la dovuta profondità anche attraverso il linguaggio accattivante, persuasivo e condiviso delle immagini in movimento”.