Ivan Cottini, ospite a Domenica In, ha parlato della sua battaglia con la sclerosi multipla. “È iniziato nel 2013, ci convivo ormai da 10 anni. Io il giorno prima stavo bene, quello dopo mi sono svegliato malato. Non riuscivo più a muovermi e non vedevo dall’occhio destro. Mi ero fatto la pipì addosso. Col passare delle ore mi venne la febbre alta. Ero convinto fosse colpa dello stress e dei miei eccessi. A 26 anni non vai a pensare di potere essere malato. Nel giro di poche settimane invece avevo la diagnosi, che ha risucchiato tutte le persone attorno a me”.



Nonostante ciò, non si è mai abbattuto. “Io sono riuscito a ripartire alla grande, mentre i miei genitori fanno ancora fatica. È difficile accettare di non poter fare nulla. Io me ne rendo conto adesso che sono padre”. La forza l’ha trovata anche nella danza. “Io ero il classico pi*la che in discoteca stava fermo. Ad una festa di beneficienza invece mi hanno messo al centro di un corpo di ballo e mi danzavano attorno. Io però mi sentivo a disagio, mi sentivo un morto alla veglia. È per questo motivo che ho chiesto di essere incluso nella coreografia. Da quel giorno si è aperto un mondo. Con la danza riesco a prendere a calci la malattia, mi fa stare bene mentalmente. Io quando ballo faccio l’amore”. 

Ivan Cottini da Amici a Domenica In

Ivan Cottini è tra gli ospiti della nuova puntata di Domenica In da Mara Venier per raccontare la sua storia di vita e la sua malattia. Il modello e ballerino marchigiano all’età di 27 anni scopre di avere la sclerosi multipla, ma nonostante la malattia ha deciso di continuare con forza e coraggio a seguire le sue passioni e a vivere la sua vita. Intervistato da interris.it ha raccontato come è cambiato una volta scoperta la malattia: “facevo il modello, stavo bene e lavoravo molto, ma una notte di fine aprile 2013 sono andato a dormire che mi sentivo il padrone del mondo e mi sono risvegliato che avevo difficoltà a stare in equilibrio, mi ero fatto la pipì addosso e avevo un grosso deficit visivo all’occhio destro, ero fragile e vulnerabile. Prima ero uno stronzo, egoista e menefreghista, un Ivan che viveva con il paraocchi in un mondo fatto di futilità. Avrei potuto aiutare tante persone, ma non l’ho fatto e questo è un mio grandissimo rimpianto”

Non solo, dalle pagine di Fanpage.it parlando sempre della malattia ha aggiunto: “quando è arrivata la malattia mi ha messo seduto mi sono resa conto che tante cose che cercavo, di cui non avevo bisogno. Quella mattina ero stanco, non riuscivo ad alzarmi, mi ero anche fatto pipì addosso, nel giro di poche settimane ho avuto la diagnosi di sclerosi multipla, il primo anno avevo smesso di vivere, guardavo il mondo che mi passava davanti, a 28 anni ho pensato di non voler passare la vita da malato, e mi sono rimesso in gioco”.

Ivan Cottini e la partecipazione al Festival di Sanremo

Nonostante la malattia, Ivan Cottini ha continuato a ballare facendosi notare in tantissimi programmi televisivi di successo. Tra questi c’è sicuramente il Festival di Sanremo dove è stato il primo malato di sclerosi multipla a ballare sul palcoscenico del Teatro Ariston. Un traguardo importantissimo che ha raggiunto nel 2020: “ballando all’Ariston ho raggiunto l’apice del successo, anche se ho dovuto urlare per avere il microfono e dare il mio messaggio, poi però è crollato tutto. Sono partito per Sanremo che ero fidanzato e quando sono tornato era finito tutto, anzi è finito proprio prima della mia esibizione. Poi, c’è stato il lockdown e tutte le richieste lavorative che avevo sono sfumate. Noi malati siamo rimasti a casa senza terapie. Questo ha fatto sì che in poco tempo non riuscissi più nemmeno ad alzarmi dal letto da solo. Gestire tutto questo è stato forse anche più pesante della diagnosi della mia malattia. Ripartire è stato faticosissimo, con la danza ho ricominciato da capo e purtroppo so che non potrò mai tornare ai livelli di prima”.

Oggi parlando di cosa lo fa arrabbiare ha confessato: “sono arrabbiato, ma non con la malattia, anzi la sclerosi mi ha reso una persona migliore salvandomi da una vita sprecata nelle apparenze. Ma sono profondamente deluso dal fatto che nella nostra società non si voglia fare quel passo avanti per rendere davvero le cose migliori per tutti noi malati e disabili. Ho ricevuto dure critiche, addirittura minacce di morte, dopo aver urlato che la diversità è bellissima perché secondo molti io dovrei andare in pubblico solo a parlare dei diritti dei malati e fare pietismo, ma per me questo è l’approccio peggiore se davvero vuoi cambiare le cose”.