Continua il dibattito in Senato sul ddl Zan, Ivan Scalfarotto torna ad invocare il dialogo. Intervenuto in uno streaming online della fondazione Luigi Einaudi, l’esponente di Italia Viva ha spiegato: «Io non trovo nessuna criticità, ho votato il testo alla Camera e la rivoterei. Non sono un avvocato, ma dal punto di vista giuridico sono d’accordo con questo testo, perché penso sia idoneo a raggiungere gli obiettivi se si pone. Da decenni cerchiamo di approvare una legge contro l’omobitransfobia, ma tra Camera e Senato ci sono delle differenze».
Il sottosegretario al ministero dell’Interno ha aggiunto: «Noi viviamo in un sistema di bicameralismo paritario, la seconda camera che esamina un provvedimento vuole contribuire alla formazione di quel provvedimento. Il Senato è una camera più complicata, con numeri più risicati. Io non ho difficoltà ad aprire al dialogo – ha ribadito Ivan Scalfarotto – a condizione che la legge raggiunga i medesimi obiettivi».
IVAN SCALFAROTTO SUL DDL ZAN
Ivan Scalfarotto ha proseguito il suo ragionamento mettendo in rilievo un dettaglio: «Quando c’è un avversario politico che innova nelle sue posizioni venendomi incontro, chi fa politica deve cogliere quella opportunità. Aprire una discussione non vuol dire che le proposte di Ostellari siano accettabili così come sono, perché hanno un problema molto grosso: escludendo completamente l’identità di genere, le persone trans vengono escluse dall’applicazione della legge». Ivan Scalfarotto ha poi presentato la sua mediazione: «Noi abbiamo proposto un’altra formulazione: parliamo del movente del reato, di reati con finalità omofobiche e transfobiche. Così si allarga la tutela senza utilizzare queste parole che sembrano inaccettabili a un pezzo del Parlamento, ovvero orientamento sessuale e identità di genere. Così possiamo raggiungere l’obiettivo della legge senza usare parole che creano un problema dall’altra parte».