Appuntamento questa sera su Techetechetè per tutti i fan di Ivana Spagna, l’artista che con la sua voce ha emozionato – e continua ad emozionare – milioni di italiani. Su Rai Uno unca carrellata di esibizioni che hanno segnato pagine importantissime del panorama musicale nostrano, ma chissà che tra qualche anno non sia il caso di aggiornare le teche con nuovi successi dell’artista nativa di Valeggio sul Mincio. Lo scorso 25 ottobre, infatti, Spagna ha pubblicato un nuovo album di inediti a 10 anni dall’ultima volta. Il titolo, “1954”, si riferisce alla data di nascita dell’artista e, come ha spiegato al Corriere di Como, si traduce in una scelta ben precisa: “Sono stufa di nascondere la mia età, voglio che si sappia. Io sono questa donna che si vede in copertina, io sono così. Punto e basta. “1954” è una ripartenza, mi sento giovane dentro e pronta a sfidare il mondo. Perché la musica è soprattutto passione“.



IVANA SPAGNA A TECHETECHETE’

C’è da dire che il coronavirus ha complicato i piani di Ivana Spagna: “L’album ha avuto poco tempo per decollare, nel tour internazionale che avevo preparato ho avuto appena il tempo di garantire al mio pubblico appena tre date, a Strasburgo, Nancy e Digione. Poi il virus ha bloccato tutto. E pensare che ne avevamo molte altre, ad esempio in Danimarca, a Madrid e a Malta. Sono saltate tutte. Per me era un evento, da tempo a causa del mio terrore di volare, nato durante una trasferta in Italia, un volo su Palermo, avevo sospeso i concerti all’estero. Anche se il mio pubblico è stato per lungo tempo internazionale e solo grazie al “Re Leone” con la canzone “Il cerchio della vita” il pubblico italiano ha decretato il mio successo. Per anni sono stata più conosciuta all’estero che nel mio Paese“. Poche settimane fa, commentando l’astinenza forzata dal suo pubblico, Spagna commentava: “Lo amo perché è trasversale, non vedo l’ora che riparta tutto e così potrò tornare in tournée con la mia band che è prontissima. Mi manca il rapporto con la gente, quello che più ti fa amare questo lavoro. È l’adrenalina che ti regala l’entusiasmo, e che tu restituisci al pubblico. È una cosa bellissima e io l’ho sempre vissuta così. Negli anni Ottanta avevo nel mio pubblico molti bambini, mi vedevano un po’ come una matta scatenata, una tipo le Winx. Ora quei bimbi sono diventati grandi, e vengono ai miei concerti con i figli e magari anche con i nipoti. Sono un fenomeno che abbraccia tante generazioni e questo mi dà una gioia immensa. Nella nuova scaletta metterò solo pochi brani del nuovo album, penso che non sia giusto proporre un intero nuovo disco al pubblico in una volta sola. Le canzoni vanno assimilate, cantate con gli amici, in famiglia. Trovo una mancanza di rispetto nei confronti del pubblico riproporre un intero album appena uscito, è una forzatura che non ho mai sopportato“.

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