Ivano Russo, chi è: il suo ruolo nel delitto di Avetrana

Ivano Russo era un giovane 26enne all’epoca del delitto di Avetrana, nel quale perse la vita la 15enne Sarah Scazzi. Sabrina Misseri e la cugina Sarah avevano conosciuto il giovane cuoco di Avetrana solo pochi mesi prima (nel dicembre 2009) di quel drammatico 26 agosto 2010. Fra i tre era nata subito una forte amicizia nonostante la giovane età di Sarah. Nei confronti del ragazzo però Sabrina sin da subito manifestò un certo interesse che scaturì in un rapporto sessuale a metà, confermato dallo stesso Ivano ed avvenuto i primi giorni di agosto, poco prima del delitto di Sarah. Fu però il ragazzo a fermarsi, onde evitare che la loro amicizia potesse andare oltre. Di quanto avvenuto tra loro, Sabrina lo confidò alla cugina che evidentemente lo spifferò ad altri. Il pettegolezzo ben presto arrivò anche all’orecchio di Ivano Russo il quale decise di troncare definitivamente con la Misseri. Questo, secondo l’accusa, contribuì ad alimentare l’astio di Sabrina verso la cugina.



Quando Michele Misseri cambiò versione accusando del delitto di Sarah Scazzi la figlia Sabrina, fornì involontariamente anche il movente dell’omicidio, ovvero la gelosia. Sabrina e Sarah, infatti, si erano invaghite del medesimo ragazzo. La 15enne infatti era stata rimproverata dalla cugina 22enne per via del suo avvicinamento troppo malizioso a Ivano Russo. La sera prima del delitto, il 25 agosto, le due cugine litigarono proprio per questa ragione.



Ivano Russo, conteso da Sabrina Misseri e Sarah Scazzi

All’epoca dei fatti il 26enne Ivano Russo fu più volte sentito dagli inquirenti mentre la stampa continuava a dargli la caccia: “Voi giornalisti mi perseguitate, addirittura i paparazzi mi vengono dietro, vorrei chiedere di lasciarmi in pace. C’è un limite a tutto”, si sfogò il giovane in una intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno.

In merito al rapporto con Sarah Scazzi, Ivano Russo sostenne che tra loro vi era solo un’amicizia disinteressata: “Sarah per me era una tenera amica poco più di una bambina e non sapevo quali fossero i suoi sentimenti sul mio conto: questa è stata la mia unica colpa”, disse, come rammenta il Corriere della Sera. Nel corso del processo ovviamente fu sentito anche lui, considerato il movente involontario dell’omicidio. “Il giorno del delitto o il giorno dopo Sabrina mi mandò un sms dicendo che aveva trovato un diario di Sarah in cui diceva che aveva un debole per me. Mi disse che non lo consegnava di comune accordo con la madre di Sarah perché temeva che mi indagassero. Io non risposi e poi ho cancellato questo messaggio perché mi spaventai. Forse sarebbe stato meglio consegnarlo, forse ho sbagliato e avrei dovuto dirlo”. Ivano fu indagato nell’inchiesta bis (insieme a sua madre, suo fratello e una ex fidanzata) per false informazioni al pubblico ministero e falsa testimonianza alla Corte d’assise. Nel gennaio 2020, a dieci anni dal delitto, Ivano Russo, il giovane di Avetrana che sarebbe stato “conteso” da Sabrina Misseri e Sarah Scazzi è stato condannato a 5 anni per falsa testimonianza. Nel giugno 2021 sono state annullate le condanne per Michele Misseri, zio della vittima, e Ivano Russo nell’ambito del processo sui depistaggi e falsi testimoni legato all’omicidio di Sarah Scazzi.